Paolo Nori si tira fuori e rilancia: ha rinunciato a tenere il corso sul genio russo della letteratura Fedor Dostoevskij all’Università Bicocca di Milano. La vicenda era esplosa ieri dopo la denuncia tramite i social di Nori. Il corso era stato rinviato per “evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, in questo momento di forte tensione”. Ovvero per via della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Lo scrittore con una diretta su Instagram aveva denunciato la “censura”. A poco è servito il passo indietro dell’ateneo.

Nori, che collabora con Il Foglio, scriveva ieri sul quotidiano che un fotografo russo, Alexander Gronsky, era stato arrestato durante le proteste contro la guerra a Mosca. E nonostante questo gli è stato revocato l’invito al Festival Fotografia Europea di Reggio Emilia. “Ho pensato che l’unica colpa di Gronsky è essere russo. E che oggi è una colpa, in occidente, in Italia, essere russi, anche se si è contro la guerra”, scriveva Nori. Quando ha aperto il computer per scrivere una mail di solidarietà al fotografo russo ha trovato la mail dell’Università Biccocca dove avrebbe dovuto tenere un corso su quattro romanzi di Fedor Dosteoevskij.

“Caro Professore, questa mattina il Prorettore alla Didattica mi ha comunicato la decisione, presa con la Rettrice, di rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è quello di evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, in questo momento di forte tensione“. Nori ha risposto, dopo aver riletto quella mail: “Sono senza parole”. E ha aggiunto di avere l’impressione che di questo sentimento anti-russo si parlerà ancora e per tanto tempo. Il caso ha scatenato delle tensioni anche all’interno dell’ateneo, con marcie indietro e prese di distanza. A chiedere spiegazioni all’ateneo anche l’ex rettrice e ministra dell’Università Cristina Messa. La rettrice Giovanna Iannantuoni ha definito la vicenda un malinteso. Il prorettore alla Didattica Maurizio Casiraghi ha parlato di rinvio, nessuna censura, per rendere il corso più completo e inclusivo, anche con autori ucraini. Quando  l’università ha comunicato “che tale corso si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati con lo scrittore” era troppo tardi.

Pezza peggio del buco insomma. “Il prorettore di Bicocca Casiraghi – ha scritto Nori sui social – racconta i motivi per cui hanno sospeso il mio corso. Per ‘ristrutturare il corso e ampliare il messaggio per aprire la mente degli studenti. Aggiungendo a Dostoevskij alcuni autori ucraini’. Non condivido questa idea che se parli di un autore russo devi parlare anche di un autore ucraino, ma ognuno ha le proprie idee. Se la pensano così, fanno bene. Io purtroppo non conosco autori ucraini, per cui li libero dall’impegno che hanno preso e il corso che avrei dovuto fare in Bicocca lo farò altrove (ringrazio tutti quelli che si sono offerti, rispondo nel giro di pochi giorni)”.

E per tornare a Gronskij, alla mail di solidarietà che Nori aveva scritto, il fotografo risposto: “In questi tempi folli, le accuse e la rabbia cadranno come bombe su tutti senza nessuna distinzione. E dobbiamo riconoscere che la colpa per i crimini di oggi graverà sui russi per sempre. Adesso non riesco a dispiacermi per la revoca del mio invito, il mio dispiacere è tutto per il popolo ucraino. Tempi bui attendono la Russia, è difficile accettarlo”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.