Fin dove ci si potrà spingere nella ‘guerra’ alla Russia e a Putin, colpevoli dell’invasione in Ucraina? Dopo le sanzioni internazionali, che ovviamente stanno provocando ripercussioni gravissime sull’economia del Paese e di conseguenza sui cittadini, vittime quanto quelli ucraini del conflitto in corso, ora è il turno anche di una generale ‘russofobia’ e a farne le spese è anche la cultura.

Esempio arriva dall’Italia e in particolare da Milano, città che appare in prima linea nell’opera di censura russa. A finire nel mirino erano stati prima il direttore d’orchestra della Scala Valery Gergiev, fatto fuori dal celebre teatro meneghino perché colpevole di essere amico personale dello Zar Vladimir Putin e di non aver condannato il conflitto in corso in Ucraina. Quindi è stato il turno della soprano Anna Netrebko, che ha disdetto i prossimi impegni, compresi quelli alla Scala: nel chiarire la sua posizione l’artista ha postato su Instagram una sua foto accanto proprio al maestro Valery Gergiev. Netrebko nei giorni scorsi aveva condannato l’invasione russa, con un ‘ma’: “Costringere a denunciare la propria terra d’origine non è giusto”.

Oggi a finire nel mirino della “censura” è addirittura Fëdor Dostoevskij, assieme a Tolstoj uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi. A spiegare il tutto è stato Paolo Nori, scrittore e grande esperto e studioso di letteratura russa, che ha raccontato su Instagram di aver ricevuto una email dell’Università degli Studi Milano-Bicocca nella quale gli è stato comunicato il rinvio di un ciclo di lezioni che avrebbe dovuto tenere sulla vita del romanziere.

In particolare l’Università avrebbe spiegato che il rinvio era dovuto al volere “evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto momento di forte tensione”, con evidente riferimento all’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca.

Nori aveva in programma un corso di quattro lezioni, aperte a tutti e gratuito, a partire da mercoledì 9 marzo, partendo dal suo ultimo libro “Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij“.

 

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Lo scrittore, definendo “orribile” quanto sta accadendo in Ucraina, ha però voluto sottolineare l’assurdità della scelta dell’Università: “Quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono ridicole: censurare un corso è ridicolo. Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia, ma anche essere un russo morto, che quando era vivo nel 1849 è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita, lo è. Che una università italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij è una cosa che io non posso credere, quando ho letto questa mail non ci credevo”.

Immediate le reazioni da parte di studiosi, professori, scrittori, attoniti quanto Nori per la scelta della Bicocca di rinviare il corso. Per Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, “bandire ora i rapporti con gli studiosi russi o addirittura la cultura russa vuol dire non sapere più cosa sia l’università. Oltre ad essere il più grande favore a Putin”. Condanna è arrivata anche dagli scrittori Nicolai Lilin, di origine russa, da Sandrone Dazieri e anche da una docente della Bicocca, Michela Cella: “Da collega mi dissocio da questa decisione“.

La retromarcia dell’Ateneo

Travolto dalle polemiche, l’Ateneo milanese in mattinata ha fatto marcia indietro confermando che il corso su su Dostoevskij di Paolo Nori si farà.

L’Università di Milano-Bicocca è un ateneo aperto al dialogo e all’ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all’escalation del conflitto. Il corso dello scrittore Paolo Nori si inserisce all’interno dei percorsi Bbetween writing, percorsi rivolti a studenti e alla cittadinanza che mirano a sviluppare competenze trasversali attraverso forme di scrittura. L’ateneo conferma che tale corso si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati con lo scrittore“, spiega l’ateneo.

Inoltre, la rettrice dell’Ateneo incontrerà Paolo Nori la prossima settimana per un momento di riflessione“, fanno sapere dall’Università.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia