La commovente storia vede protagonisti il single napoletano Luca Trapanese e la piccola Alba, affetta dalla sindrome di down. Sono sette le famiglie in attesa di adozione che hanno rifiutato Alba, lasciata già dalla madre dopo il parto. L’unico che si è proposto di farsi carico della bambina è stato proprio Luca, un uomo per cui la diversità è una possibile risorsa. L’ha accolta in affido a poche settimana dalla nascita e l’ha adottata definitivamente al compimento del suo primo compleanno. Felice di essere diventato padre, il desiderio di Luca è sempre stato quello di avere un figlio senza porre un limite, ovvero voleva essere genitore di un minore disabile oppure di una vittima di violenza.
Infatti il coraggioso papà single è il fondatore delle associazioni “A ruota libera”, che si occupa di ragazzi Down, e “La casa di Matteo”, per bambini gravemente ammalati che si dedicano ad attività di volontariato da ormai molti anni. Inoltre a Marzano Appio, sempre in Campania, Luca ha realizzato “Il borgo sociale” composto da tre residenze, fattoria, apicoltura e tante altre attività per i disabili e per il loro inserimento nella vita lavorativa in piena autonomia. Anche per questo ha fatto richiesta nel registro speciale che permette alle persone single di fare delle adozioni in condizioni particolari.
LA STORIA – “Non avevo nessuna paura di adottare un bambino disabile. Era un’idea maturata in passato, con il mio compagno Eduardo, dal quale poi però mi sono separato. In realtà prima pensavamo di ricorrere a una madre surrogata, poi capimmo di poter dare un’opportunità a un bambino difficile da collocare. Da quando avevo 14 anni faccio volontariato e lavoro con disabili e quindi ritenevo di avere gli strumenti adatti per farlo. Dopo la separazione con il mio compagno, è stata l’opzione che per me ha prevalso. Così ho fatto richiesta nel registro speciale che consente ai single di adottare in condizioni particolari”. Così Luca racconta la sua storia e presenta il suo libro edito dalla casa editrice Einaudi. “Nata per me” è un’opera realizzata a quattro mani con lo scrittore Luca Mercadante, che ha subito suscitato scalpore e commozione.
Quello di Luca era un sogno che voleva realizzare da sempre, sin da quando ha cominciato a dedicarsi al volontariato. “Spero che in tanti facciano quello che ho fatto io”, ha dichiarato l’uomo. Parlando della figlia Luca si illumina affermando che “è importante non vedere solo la disabilità del bambino, ma tutte le sue potenzialità. E Alba ne ha tantissime”. Le sue dichiarazioni trasmettono un messaggio pieno di amore e di significato: “Un figlio disabile non è un’opportunità di serie B, ma una scelta consapevole rispetto alla mia vocazione e alle mie capacità”. Per quanto riguarda i punti di riferimento femminili il papà single specifica: “Nella sua vita (di Alba, ndr) ci sono tante figure di riferimento, a cominciare dalla tata Luisa e dalla sua madrina che è una delle mie migliori amiche oltre che coordinatrice di “A ruota libera”. Poi ha anche due nonne“.
In generale un argomento che Luca affronta con grande tatto è l’accettazione della disabilità, un momento non semplice per i genitori che lui prova a descrivere: “Quando arriva un figlio hai tante aspettative, vuoi che sia migliore di te, che faccia cose grandiose… il disabile distrugge queste aspettative, è il simbolo di un fallimento genetico. Poi quasi sempre diventa un figlio amatissimo. Io non ho vissuto questo drammatico inizio, ero già preparato. E sapevo che i Down sono di solito felici, allegri, giocosi, positivi. Spesso parlano con se stessi e si spronano da soli. Oggi non sono più “mongoloidi”, lavorano, fanno logopedia, psicomotricità, hanno delle potenzialità da sviluppare”.