La guerra al verde è non è ancora finita. Dopo le motoseghe che hanno sezionato centinaia di alberi secolari, si aggiunge la siccità. Prati e piante sono in coma perché nessuno li innaffia. Eppure proprio il Comune, il nostro Comune, ha portato avanti la battaglia per l’acqua “Bene Comune”. Lo sarà forse per gli uomini, ma sicuramente non per prati, giardini e semplici vasi da fiore che ogni giorno registrano una strage di verde. Un esperto di allergologia, il professore Gennaro D’Amato che da decenni cura pazienti con asma e allergie provocate dalla vegetazione incontrollata, raccomanda l’uso delle mascherine. «Polveri e gas trasportano il virus e, in una città dove il verde è in condizioni orribili, bisogna proteggersi dal ritorno del Coronavirus anche perché fino alla fine di luglio – spiega lo specialista – siamo in pieno periodo di impollinazione per le graminacee. Da un paio di anni è sparita la commissione anti-inquinamento di cui facevo parte e, da cittadino, noto che gli amministratori della città ignorano che la mancanza di verde rappresenta un problema perché aumenta notevolmente la presenza di anidride carbonica».

Silenzio su tutto il fronte dalle diverse sigle di sostenitori del verde, ma la cosa che stupisce ancora di più è il silenzio dei politici Verdi che, con una città in queste condizioni, non occupano il Comune, non mettono all’angolo gli ignavi che non fanno nulla per bloccare la guerra contro il verde. Stefano Buono, rappresentante dei Verdi in consiglio comunale, ammette la disfatta. Ma non basta. Come giudica il verde? «Aggiorniamoci a più tardi», dice prima di entrare in argomento e ammettere: «Come si fa ad essere soddisfatti? La situazione del verde è peggiorata e il Comune deve attrezzarsi perché la legge ha soppresso alcune categorie come quella dei giardinieri che non si possono più assumere. L’amministrazione deve decidere di affidare il servizio all’esterno o a una sua società di servizi come Asia o Napoli Servizi. Siamo insoddisfatti anche perché sono stati abbattuti 400 alberi secolari». I risultati offerti dalle società di servizi sono sotto gli occhi di tutti. Strade piene di buche con discutibili rattoppi, cassonetti dei rifiuti stracolmi ovunque e assoluto disinteresse dell’Asìa per l’eliminazione delle graminacee.

Marco Gaudini, che dopo sedici anni ha abbandonato i Verdi per passare a Ecologia e Diritti, presiede la commissione comunale Ambiente e prospetta un “futuro in fiore”: «Il verde a Napoli crea problematiche di risorse umane, strumentali ed economiche perché l’immagine che i cittadini e noi politici abbiamo del verde in città è negativa. Dove gli alberi non sono stati segati piante e prati sopravvivono nell’arsura». Mozioni, ordini del giorno, documenti che restano all’interno della casa comunale. Dimenticando alberi mozzati e le tonnellate di sterpaglie, Marco Gaudini pensa al futuro: «Con un finanziamento della Città Metropolitana sono stati stanziati per il verde di Napoli cinque milioni e 300mila euro. Saranno utilizzati per piantare nuovi alberi al posto di quelli abbattuti e per sostituire quelli ancora da eliminare». Bella idea di riforestazione, ma la gara non è stata neanche indetta.

E in città nessuno ha ancora visto l’autobotte (unica del Comune?) per l’innaffiamento manuale di prati e giardini. «Sempre grazie a un finanziamento della Città Metropolitana – ricorda Gaudini – Napoli disporrà di 13 milioni di euro per realizzare lavori edili e a verde nei grandi parchi (compresa la villa comunale), Cooperative come Primavera Tre sarebbero pronte a dare una mano», commenta il presidente della commissione Ambiente. Con altri colleghi Gaudini partecipa in Comune al Tavolo del Decoro, ma anche lui lo mette in discussione: «Abbiamo un tavolo, ma in questo momento in città manca il decoro».