Il turismo italiano è in ginocchio: è una delle certezze nel tempo della pandemia. Mentre gli operatori cercano di capire il da farsi – proprio oggi si aprono a Sorrento gli Stati Generali del Turismo promossi dal Comune di Sorrento, con il patrocinio di Enit e Regione Campania – l’Italia del turismo in cerca di buone notizie guarda ancora una volta verso l’Europa. Nel Regno Unito, il premier Boris Johnson, forte del successo della strategia per le vaccinazioni, ha annunciato un programma di riaperture che fissa la ripartenza dei voli al 17 maggio. La deadline ha già fatto esplodere le prenotazioni di voli e alberghi nei paesi in cui il turismo è cruciale: Grecia, Spagna, Turchia e, ovviamente, anche l’Italia. Per le compagnie aeree come Easyjet, Ryanair e Wizz Air le richieste sono schizzate del 300%, mentre la prenotazione dei pacchetti turistici è cresciuta fino al 600%. Una inversione di tendenza che potrebbe finalmente invertire il trend degli ultimi mesi.

Eurocontrol, l’agenzia europea del volo, conferma che tra gennaio e febbraio i voli in Europa sono crollati a causa del Covid con una riduzione del 65% in media. Una crisi che si è abbattuta sulle principali compagnie aeree. Alitalia, per esempio, ha registrato un segno meno pari al 77%. Per accelerare la ripresa le compagnie puntano oggi sul rispetto delle norme di sicurezza sanitaria e sulle facilitazioni per i passeggeri. I quali potranno esercitare il cambio di volo con maggiore flessibilità e minori costi rispetto al passato. Easy Jet, per esempio, prevede la possibilità di spostare il volo anche all’ultimo momento, senza ulteriori costi, se non l’eventuale differenza tra il vecchio e il nuovo biglietto. Ryanair consente fino a due cambi di prenotazione da qui al 31 ottobre. Wizz Air garantisce il cambio con soli 2 euro di supplemento. Ovviamente, le opportunità di spostamento restano legate al successo delle campagne nazionali di vaccinazione.

In attesa di capire come andrà a finire, l’iniziativa principale è stata assunta dalla Grecia, paese dove il turismo rappresenta il 18% del Pil e assorbe 900mila addetti, pari a un quinto della forza lavoro. Il governo ellenico ha creato un fronte comune con Italia, Austria, Danimarca e Cipro al fine di ottenere dagli altri paesi europei l’adozione di un passaporto vaccinale per evitare la quarantena o i test d’ingresso ai turisti. La Germania considera l’iniziativa prematura, ma la Merkel apre al dialogo, pur conservando dubbi sull’efficacia dello strumento: da un lato, per il rischio di creare discriminazioni tra i cittadini dell’Unione, dall’altro, per la mancanza di certezze sull’immunità derivante dai vaccini. Proprio sulle vaccinazioni l’Europa resta ancora molto indietro.

L’ultimo report di Our World in Data dice che, a parte i casi clamorosi di Israele (91 cittadini su cento hanno ricevuto la prima dose) ed Emirati Arabi (59 su 100), i paesi con una buona progressione sono il Regno Unito (28,5) e gli Stati Uniti (20,4). Dentro i confini dell’Ue le cose non vanno così bene: solo l’8% dei cittadini europei ha ricevuto una o due somministrazioni del vaccino (con l’Italia al 6,4%). Il neoministro del Turismo Massimo Garavaglia ha chiesto “una corsia preferenziale per gli addetti che operano nel settore” per cercare di “garantire ai turisti servizi Covid free, cioè strutture con personale vaccinato”. In attesa di tempi migliori, buone notizie arrivano dalla Sardegna, oggi zona bianca: rispetto a due anni fa recupera il 65% delle prenotazioni da parte di turisti italiani, tedeschi, svizzeri e inglesi. Turismo italiano? Eppur si muove.

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