Quando si potrà tornare a viaggiare per piacere? E con quali regole? Sono alcune delle domande che in molti, soprattutto con l’arrivo dell’estate, iniziano a porsi. A una risposta stanno lavorando i  ministri del turismo dell’Unione europea che, nel vertice di ieri, hanno discusso di un protocollo comune, da siglare entro “entro la fine di maggio”, in modo da riaprire gradualmente le frontiere interne all’Unione e consentire i viaggi transfrontalieri.

A varare il provvedimento dovrà essere la Commissione e l’idea potrebbe essere discussa già nel prossimo Consiglio europeo in calendario il 6 maggio. Le ipotesi sul tavolo, al momento, sono diverse ma tutte ruotano intorno all’idea di un”passaporto sanitario” rilasciato solo dopo aver accertato lo stato di salute della persona e la negatività al coronavirus.

Raggiungere un’intesa a 27 non è scontato tanto che, già ieri, sono emersi due blocchi: da un lato Germania, Austria, Slovenia e Croazia, disposte a anche a siglare singoli accordi bilaterali per consentire la circolazione tra i loro territori, dall’altro un fronte più ampio che auspica invece una soluzione condivisa. In questo blocco rientra anche l’Italia che ha siglato, insieme a Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro, e con l’appoggio della Bulgaria, un documento che chiede misure economiche commisurate allo sforzo e regole omogenee in tutta Europa.  Ma anche tra il blocco mediterraneo rischiano di esserci disaccordi. Non tutti i Paesi, infatti, sono stati colpiti allo stesso modo e quelli meno segnati, come ad esempio Malta, potrebbero chiede misure ad hoc per salvaguardare la propria stagione turistica.

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