Si aggiungono altri due appuntamenti alla lunghissima lista di eventi e celebrazioni cancellati o rimandati a causa della pandemia causata dal coronavirus. Le autorità hanno infatti dichiarato che non si terranno le edizioni del 2020 dell’Oktoberfest bavarese e della festa di San Fermín in Spagna. Si tratta di due degli eventi più quotati a livello mondiale ma l’emergenza ha portato le autorità a prendere una decisione prevedibile e infine ufficializzata.

“L’Oktoberfest è la più bella festa del mondo, ma vivere con il coronavirus significa vivere con attenzione e non si potrebbe mantenere la distanza o lavorare con la mascherina”, ha dichiarato il primo ministro della Baviera Markus Soeder. Quella in programma dal 19 settembre al 4 ottobre sarebbe stata la 187esima edizione della festa che ogni anno attrae circa sei milioni di visitatori da tutto il mondo e che mette in moto un indotto (dati del 2019) di oltre un miliardo di euro. Secondo la Johns Hopkins University, in Germania le persone contagiate sono 147.065, 4.862 le vittime.

Non succedeva dal 1997 che la festa di San Fermín di Pamplona, famosa per la corsa dei tori durante il cosiddetto encierro, venisse cancellata. In quell’occasione fu per il sequestro e l’assassinio da parte del gruppo separatista basco dell’ETA del politico Miguel Angel Blanco. Precedentemente era successo nel 1978 per la morte di un ragazzo dopo degli scontri per la polizia e tra il 1937 e il 1938 a causa della Guerra Civile Spagnola. Quest’anno invece la festa immortalata anche nei romanzi di Ernest Hemingway ha dovuto fare i conti con il Covid-19. La cancellazione è stata comunicata dal comune di Pamplona in una conferenza stampa e con un video sui canali social. La festa di Pamplona raduna ogni anno oltre un milione e mezzo circa di turisti da tutto il mondo. I casi di positivi in Spagna sono 204.178, 21.281 le vittime.

Gli spostamenti in tutto il mondo hanno già subito una brusca frenata a causa della pandemia, come ha reso noto l’Unwto, agenzia dell’Onu specializzata del turismo. Secondo il rapporto dell’agenzia, a partire dal 6 aprile il 96% di tutte le destinazioni nel mondo ha subito delle restrizioni a causa del Covid-19. In Africa, Asia, Pacifico e Medio Oriente tutte le destinazioni hanno adottato delle restrizioni, già a partire dallo scorso gennaio. La percentuale nel continente americano è del 92% delle restrizioni, del 93% in Europa. “Il coronavirus – ha dichiarato il segretario generale dell’Unwto, Zurab Pololikashvili – ha avuto un impatto sui viaggi e sul turismo come nessun altro evento nella storia. I governi hanno posto la salute pubblica al primo posto e introdotto restrizioni complete o parziali sui viaggi. Con la sospensione del turismo, i benefici che il settore apporta sono in pericolo: milioni di posti di lavoro potrebbero andare persi e i progressi compiuti nei settori dell’uguaglianza e della crescita economica sostenibile potrebbero essere annullati. L’Unwto invita pertanto i governi a rivedere continuamente le restrizioni ai viaggi e ad alleggerirle o revocarle non appena sia sicuro farlo”.

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