Nuova spaccatura nel gruppo del Partito Democratico a Bruxelles. Teatro della contesa ancora una volta l’Ucraina, la condanna della guerra di Putin, la posizione internazionale dell’Europa ma anche l’atlantismo. Incredibilmente – si fa per dire – il nuovo Partito Democratico di Elly Schlein si divide per la seconda volta in qualche settimana in tre: nonostante il gruppo S&D abbia largamente votato a favore, la delegazione italiana nel suo complesso si è astenuta, solo due eurodeputati hanno votato a favore (Gualmini e Bresso) ed uno contro (Smeriglio).

La risoluzione, approvata ad ampia maggioranza con il sostegno soprattutto dei Popolari, di Renew Europe ma anche del gruppo S&D, “invita gli alleati della NATO a onorare il loro impegno per quanto riguarda l’adesione dell’Ucraina alla NATO e si attende che i prossimi vertici spianino la strada per estendere l’invito all’Ucraina ad aderire alla NATO e che il processo di adesione sia avviato dopo la fine della guerra e ultimato quanto prima”, dichiara la distruzione della diga di Kakhovka “un crimine di guerra”, invoca “un pacchetto Ue di misure per la ripresa in Ucraina” e auspica che “i negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue possano iniziare quest’anno”. Ma è soprattutto sul passaggio a proposito della NATO che i democratici italiani sono andati in tilt.

Durissimo il commento di Nicola Danti, vicepresidente a Bruxelles del gruppo Renew Europe: “Il sostegno all’Ucraina è ormai abituale terreno di scontro nel PD. Sul rafforzare il processo di adesione alla Nato, richiesto in un emendamento a una risoluzione votata dal PE, il partito Di Elly Schlein torna a dividersi in 3. Non è una novità: il gruppo si astiene, ma c’è chi vota Si e chi vota No. Che siano sempre meno i filo-occidentali e sempre di più i neutralisti, questa è una novità”.

Altrettanto dure le parole dell’europarlamentare di Renew Europe, Sandro Gozi: “Siamo tutti ucraini. Ma alcuni soltanto a parole. Poiché quando c’è da votare per il rafforzamento del processo di adesione dell’Ucraina alla Nato, il PD in Europa dimostra ancora una volta di essere allo sbando e si spacca: c’è chi vota a favore, chi contro, chi si astiene”.

Redazione

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