La rubrica “Domani c’è scuola” torna dopo un periodo di interruzione per problemi di lavoro e per problemi personali. Oggi voglio parlare di un tema attualissimo, che mi sta molto a cuore. La riforma della istruzione tecnica secondaria presentata dal Ministro Valditara ed ora in discussione al Senato, dove ha avuto una prima approvazione nella settima Commissione. Premetto che sono una grande sostenitrice della valorizzazione della Istruzione tecnica e professionale. Da molti anni seguo il modello tedesco, che è il più avanzato del mondo, oggetto di studi da parte di altri paesi. Anche io insieme ai miei colleghi qualche anno fa, quando lavoravo alla Camera di Commercio Italiana per la Germania di Francoforte, lavorai per un anno ad un report sulla istruzione professionale tedesca che consegnammo ad Unioncamere. In Italia siamo molto indietro rispetto ad altri paesi europei su un efficace sistema di istruzione tecnico professionale. Per fortuna abbiamo approvato nella scorsa legislatura la riforma degli ITS, grazie ad un lavoro bipartisan (cosa rarissima) e al grandissimo lavoro di Serse Soverini, primo firmatario della proposta di legge, oggi ex parlamentare. Serse Soverini ne ha scritto su Il Foglio il 19 dicembre scorso, e ci ricorda che alla riforma degli ITS manca ancora un tassello, che è esattamente quello della riforma della istruzione tecnica del Ministro Valditara.

Questa riforma è un grandissimo passo avanti, si passa da 5 anni a 4, è legata direttamente agli ITS dal punto di vista del percorso formativo, infatti viene chiamata 4+2 perché dopo i quattro anni si può accedere sia all’Università che direttamente agli ITS. Ricordo che l’85% di ragazze e ragazzi che escono dagli ITS trovano subito lavoro. Veniamo ai contenuti della proposta di riforma degli istituti tecnici: nei quattro anni oltre al rafforzamento di materie di base come italiano, matematica e inglese si rafforzano le attività laboratoriali, l’alternanza scuola lavoro e il rapporto con le imprese del territorio. I docenti potranno lavorare maggiormente sulla personalizzazione della formazione perché non ci sarà nessuna contrazione di personale. Dove risulti necessario, come docenti, potranno essere impiegate figure manageriali che vengono direttamente dal mondo delle imprese. Saranno implementati i rapporti con paesi esteri, con stage e attività formative all’estero. Viene costruito un rapporto virtuoso tra scuola e territorio, tra scuola e mercato del lavoro, per mettere le giovani generazioni nelle condizioni di valorizzare i propri talenti, le proprie ambizioni, in un mondo del lavoro che cambia alla velocità della luce e che chiede nuove competenze in tutti i campi.

L’ambizione di questa riforma, che oggi è sperimentale, è che l’istruzione tecnico professionale diventi una istruzione di serie A. Non sto qui a dilungarmi sullo stigma che attraversa da sempre nel nostro paese l’istruzione tecnico professionale all’interno del sistema scolastico, sappiamo tutti di cosa parlo. E vorrei sottolineare che la scuola educa, forma e prepara al futuro ragazze e ragazzi. Che non sono tutti uguali e che hanno talenti e caratteristiche diverse, ma tutti devono essere messi nelle condizioni di realizzare i propri sogni. Perché un ragazzo, una ragazza che vuole diventare un tecnico specializzato in cybersecurity o nelle nuove competenze sulla transizione ecologica, per fare solo degli esempi, non deve essere messo nelle condizioni di farlo? VI segnalo sommessamente che in Germania un tecnico specializzato guadagna più di medico in Italia, ed è richiestissimo dal mercato del lavoro. Se vogliamo essere un paese che innova, che cresce e che crea posti di lavoro, dobbiamo costruire le competenze necessarie perché questo accada. Faccio un ultimo appello alle forze politiche in Parlamento, in particolare a quelle di opposizione: Serse Soverini ed io, siamo ex parlamentari del PD, oggi ci occupiamo quotidianamente di temi legati alla scuola, alla formazione, alle nuove competenze. Siamo disponibili ad incontrare i parlamentari che lo vorranno e a spiegare perché la riforma degli Istituti tecnico professionali andrebbe approvata tutti insieme, perché ne siamo certi, il bene delle giovani generazioni è patrimonio di tutti.

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Ho lavorato in tutte le istituzioni italiane: Assessora al Comune di Firenze, Presidente di Agensport - Regione Lazio, Deputata della Repubblica, Consigliera di tre Ministre della Repubblica. Dal 2016 sono Coordinatrice del Comitato Organizzatore di “Didacta Italia”, l’edizione italiana di “Didacta International” la Fiera della Scuola più importante del mondo che si svolge in Germania. Sono sposata con Ricarda Concia, criminologa tedesca, con cui vivo a Francoforte dal 2014.