Con il numero di ieri, di lunedì 12 ottobre, termina la mia direzione del settimanale Il Riformista Economia. Quando quattro mesi fa l’editore Romeo, che ringrazio, e i direttori Sansonetti e Bergamini mi hanno chiamato per propormi questa sfida, ho detto subito di sì. Ci abbiamo lavorato tutti insieme e abbiamo messo in piedi un piccolo gioiello. Finora sono usciti quattro numeri, che sono costati tanta fatica, e tanta intelligenza. Ho scoperto, però, che questo tipo di attività, già dal mese di giugno per preparare i numeri zero, ha assorbito tutto il mio tempo disponibile, togliendomene anche all’attività politico-parlamentare. Questo non è giusto. Io ho un impegno con i miei elettori, che devo rappresentare al meglio, con tutte le mie energie, fino alla fine del mandato. Pensavo che le due attività fossero compatibili e complementari, mi sono reso conto che questo non è possibile.

Preferisco, dunque, lasciare nelle esperte mani del direttore Sansonetti questa nostra creatura, perché la porti avanti con cura e passione. Saprà farlo, non ho alcun dubbio. Io torno a fare solo il deputato, consapevole di aver avviato un laboratorio di dibattito sul riformismo in economia destinato, ne sono certo, a durare nel tempo. Ringrazio il comitato di direzione scientifica – Cassese, Tria, Padoan, Bentivogli – che mi ha affiancato generosamente in questa fatica editoriale. Ringrazio tutti gli straordinari editorialisti che hanno scritto in queste settimane. Ringrazio i miei collaboratori che mi hanno aiutato e sostenuto con un lavoro eccellente. Ringrazio i lettori tutti. Un ringraziamento particolare a Deborah Bergamini, per avermi coinvolto in questa bellissima, ancorché breve, avventura.
Il risultato del lavoro di questi mesi è sotto i vostri occhi. Ancora grazie e arrivederci.