Assassinata a colpi machete mentre dormiva. E’ stata uccisa così in Perù Nadia De Munari, la 50enne missionaria laica originaria di Schio (Vicenza). Lo riferiscono ‘Il Giornale di Vicenza’ e ‘Il Corriere Veneto’ citando fonti di stampa del Paese sudamericano. Dopo l’aggressione, avvenuta martedì 20 aprile, De Munari è stata soccorsa e trasportata in ospedale a Lima dove nonostante i tentativi dei sanitari di salvarle la vita, con un intervento chirurgico alla testa, non c’è stato nulla da fare. Troppo gravi le lesioni riportate, soprattutto alla testa.

La 50enne si trovava nel paese sudamericano con l’operazione Mato Grosso ed era responsabile nel centro ‘Mamma mia‘ di Nuevo Chimbote. La prima ipotesi avanzata dalla polizia locale, che ha rilevato molte tracce, anche ematiche, nella stanza della donna, potrebbe essere quella relativa a una rapina finita male. Ma ancora non vi sono ipotesi certe.

Al momento non ci sarebbero testimoni anche se nella casa famiglia dove è avvenuto l’omicidio vivono un’altra decina di insegnanti. Nessuno avrebbe sentito nulla perché dormivano in un’altra ala della struttura. Secondo i media locali, gli aggressori l’avrebbero colpita più volte e avrebbero tentato di strangolarla con una corda. Altri volontari hanno raccontato di essersi accorti della sua assenza al risveglio, prima della preghiera mattutina delle 6.30, e di averla ritrovata priva di coscienza ma ancora viva.

La Farnesina sta seguendo il caso secondo quanto riferiscono fonti del ministero, che è in contatto con le autorità locali e con i familiari in Italia.

Chi è Nadia De Munari, la missionaria laica assassinata nel sonno in Perù

Nadia è una martire“. Sono le parole che ha pronunciato la mamma di Nadia De Munari, la missionaria laica uccisa in Perù a colpi di machete, al parroco di Schio, paese natale della volontaria che operava per i poveri delle baraccopoli. “La mamma di Nadia – dice all’Adnkronos don Gaetano Santagiuliano, parroco di Schio – ha detto che la figlia è una martire. Parole che non potrebbero essere più vere perché Nadia ha donato la sua vita, ci ha messo il sangue”. Il paese vicentino, come racconta il parroco, “è sotto scock. Nadia tornava a casa ogni due tre anni ed era entusiasta, orgogliosa del servizio che faceva con l’operazione Mato Grosso. Gestiva sei asili e la scuola elementare in una periferia degradata a due ore da Lima “. Oggi la comunità di Schio la ha ricordata nella celebrazione religiosa. “E quattro sacerdoti tornati dal Perù provvisoriamente – racconta ancora il parroco di Schio – la ricorderanno anche oggi con una messa concelebrata è un rosario”.

Avatar photo

Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.