In Italia solo il 29% dei laureati proviene da discipline Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Un dato allarmante, che colloca il nostro paese al penultimo posto in Europa, davanti solo alla Romania. A lanciare l’allarme è l’analisi di Human, piattaforma di web e social listening, presentata durante l’evento “Stem e cultura digitale”, promosso da Vis Factor nella propria sede romana (in occasione della Settimana Nazionale delle Discipline Scientifiche) e moderato dal vicedirettore dell’Adnkronos, Giorgio Rutelli.

Dai dati della ricerca – che è stata illustrata da Crescenzo Mariniello, responsabile comunicazione digitale di Vis Factor – è emerso anche che la bassa percentuale di laureati non rappresenta l’unico problema. Il dato più preoccupante è la scarsa consapevolezza dell’importanza di queste discipline. Nelle conversazioni in Rete, infatti, si parla poco di Stem. E quando lo si fa, è per iniziative istituzionali (46%) o accademiche (23%), molto meno delle aziende (14%). Tutto ciò nonostante l’85,7% dei laureati Stem trovi un impiego, un dato non lontano dalla media europea; percentuale che sale all’88,7% tra gli uomini e arriva all’82,7% tra le donne, il cui salario è però in media il 20% inferiore di quello dei colleghi maschi.

“Stiamo vivendo un momento di grande cambiamento e le materie Stem sono centrali: sottendono lo studio della matematica, della fisica, ma sono alla base di tutte le innovazioni che viviamo ogni giorno, dall’Intelligenza Artificiale alle nanotecnologie”, ha spiegato Marta Schifone, componente della Commissione Lavoro alla Camera dei deputati. Per questo “è necessario supportare la promozione di questi percorsi, poco conosciuti dall’opinione pubblica. Sicuramente con l’alfabetizzazione complessiva, attraverso un orientamento verso queste materie tra i ragazzi, ma anche con il reskilling delle persone già presenti nel mercato del lavoro”.

Un obiettivo per il quale “dovremmo cominciare ad ascoltare i giovani e a lavorare con loro”, ha sottolineato Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano. “Nel nostro paese nessuno si fa carico di dire che esiste un sistema manifatturiero che ha bisogno di diplomati e laureati Stem. Noi i giovani non li capiamo, anche se parliamo di loro, ne analizziamo la propensione e ne rileviamo le differenze rispetto a noi. Dobbiamo ascoltarli per invertire la rotta”.

E che rispetto a questa materia – fondamentale e strategica per il futuro del paese – sia necessario superare gli stereotipi lo ha ribadito anche Guido Borsani, presidente della Fondazione Deloitte: “Molti giovani rinunciano alle materie Stem perché influenzati da vecchi bias e luoghi comuni, secondo cui le discipline tecnico-scientifiche sono ‘troppo difficili’ o ‘da maschi’. Così registriamo una carenza ormai strutturale di competenze. La buona notizia è che è possibile intervenire su queste barriere culturali”.

In tal senso anche i social media possono fare molto. “La passione della community di TikTok per la scoperta e per i contenuti divulgativi ha spinto il debutto del Feed STEM in Italia”, ha spiegato Luana Lavecchia, responsabile relazioni istituzionali di TikTok Italia & Grecia. “Lanciato a maggio, il Feed STEM sta rapidamente guadagnando popolarità: il 53% degli utenti trova i contenuti interessanti, mentre il 26% ritiene che arricchiscano le proprie conoscenze, a conferma dell’interesse crescente per temi considerati di nicchia come matematica, fisica e chimica”. Qualcosa si muove, ma si deve fare di più.

Eleonora Tiribocchi

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