Nemmeno il tempo di esultare per la negativizzazione degli ultimi detenuti positivi che a Poggioreale il Covid torna a far paura. Se, all’inizio dell’anno, dietro le sbarre non si registravano persone infette, attualmente i casi di contagio da Coronavirus sono ben 18. E l’apprensione cresce se si pensa che, pochi giorni fa, il Covid ha ucciso Adriano Cirella, 57enne sovrintendente della polizia penitenziaria.

In totale, in Campania, i contagiati nei ranghi della penitenziaria sono 58, mentre tra i detenuti se ne contano 34: dieci a Carinola, cinque a Secondigliano e uno a Salerno, oltre i 18 di Poggioreale. Numeri e fatti che suonano come un campanello d’allarme e che dovrebbero spingere le autorità ad accelerare sulla campagna vaccinale nei penitenziari, dopo che alla popolazione carceraria è stata finalmente riconosciuta priorità nella seconda fase di somministrazione del farmaco anti-Covid.

La situazione sanitaria in cella, sempre sull’orlo dell’emergenza, è stata al centro della giornata di preghiera, sensibilizzazione e condivisione per i carcerati svoltasi due giorni fa nelle parrocchie della Campania. A Poggioreale la messa è stata celebrata dal vescovo ausiliare di Napoli, monisgnor Gennaro Acampa, insieme con tutti i cappellani. Primo fra tutti proprio quello di Poggioreale, don Franco Esposito: «Il carcerato è sempre il frutto di un albero. La società lo produce, poi lo giudica e condanna e infine lo rinchiude, pensando che così possa cambiare. Invece, pur con tutto il suo innovativo sistema rieducativo, il carcere non sempre vi riesce, sicché la stragrande maggioranza delle persone esce dalla cella mortificata nella dignità e senza alcuna possibilità di reinserimento».

È stato poi il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello a ricordare le vittime che il Covid ha già fatto nelle carceri della Campania: quattro detenuti, tre agenti della penitenziaria e il responsabile sanitario di Secondigliano. I numeri dei contagi salgono di nuovo, dunque, e la conta dei morti  nei penitenziari non si ferma. Eppure, nonostante i numerosi appelli, la vaccinazione dei circa 6mila e 500 detenuti campani sembra ancora un miraggio. Colpa anche del disinteresse che molti addetti ai lavori hanno contestato all’ex guardasigilli Alfonso Bonafede. La speranza è che la nomina di Marta Cartabia a ministro della Giustizia possa segnare un’inversione di rotta anche in questo senso