La casa famiglia che avrebbe dovuto accoglierle e dar loro protezione era invece diventata un inferno di violenze e abusi sessuali per due ragazze minorenni, prese di mira da loro coetanei ospiti della struttura. La polizia di Vercelli ha sequestrato la comunità per minori a Caresana e cinque persone, tra coordinatrici e operatori della struttura, sono indagate: per loro è scattato il divieto di esercitare qualunque attività professionale a contatto con i minori.

L’indagine era iniziata nella primavera scorsa quando, a seguito dell’allontanamento volontario di una sedicenne dalla comunità, nella quale era stata collocata a causa dei maltrattamenti subiti dal padre, era stata sentita la sorella, che aveva rivelato alcune confidenze che la sedicenne le aveva fatto in merito a episodi di particolare gravità, che era stata costretta a subire all’interno della struttura da parte di alcuni ospiti, come lei minorenni. La vittima ha raccontato di violenze fisiche e verbali fino ad arrivare a episodi di violenza sessuale di gruppo, di cui gli operatori della struttura, che avevano il dovere di vigilare sulla giovane, erano venuti a conoscenza. Ma non avevano adottato alcuna misura per proteggere la ragazza.

Gli uomini della squadra mobile di Vercelli hanno cominciato ad approfondire la vicenda, mentre la ragazza è stata collocata presso un’altra comunità e sottratta ai suoi aguzzini. Subito dopo è stata scoperta una seconda vittima, di 15 anni, anche lei allontanata d’urgenza dalla struttura.

“Sono due le vittime”, ha confermato il capo della squadra mobile di Vercelli, Gianluca Tuccillo, che ha aggiunto: “La sedicenne, per come abbiamo ricostruito la vicenda, ha subito violenze più gravi. È stata lei, con l’aiuto della sorella, a denunciare. La quindicenne è stata coinvolta in misura più marginale, ma è comunque una vittima e ha anche lei confermato i fatti. La più grande ha subito violenze sessuali più gravi, ma anche la più giovane ha subito molestie ed è stata bullizzata ripetutamente”.

Le indagini, sottolineano gli investigatori, hanno permesso di accertare la responsabilità di coordinatrici e operatori della comunità che, da tempo, erano a conoscenza di quanto stesse avvenendo, ma se ne disinteressavano. Le ragazzine hanno raccontato una serie di episodi che, subito dopo il momento della collocazione in struttura, le hanno viste vittime di abusi sessuali di gruppo, violenze fisiche e psicologiche di ogni genere da parte di ospiti minorenni della comunità. Comportamenti che avevano causato l’isolamento delle ragazze, costrette a passare intere giornate senza uscire dalla stanza per timore di quello che sarebbe potuto accadere.

Nelle perquisizioni sono stati rinvenuti e sequestrati alcuni registri individuali e di gruppo scritti dalle giovani vittime, dai quali emerge la piena conoscenza delle educatrici sulla gravità delle violenze. In un diario personale sequestrato a una delle vittime, inoltre, emerge l’amarezza per le richieste di aiuto fatte alla sua coordinatrice, rimaste del tutto inascoltate. Le omissioni del personale della casa famiglia, spiegano gli inquirenti, emergono in tutta la loro gravità dalle intercettazioni telefoniche, dalle quali si evidenzia il comportamento delle coordinatrici che, invece di intervenire a tutela delle giovani, cercavano in tutti i modi di insabbiare la vicenda.

La squadra mobile ha denunciato quattro donne e un uomo, italiani di età compresa tra i 52 e i 28 anni, per i reati, in forma omissiva, di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo aggravata in concorso.

Redazione

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