L’obesità infantile è una patologia in continuo aumento se pensiamo che nel 2019 circa 38 milioni di bambini sotto i 5 anni erano in sovrappeso o obesi e che dopo la recente Pandemia da COVID-19 è stato registrato un aumento stimato – solo negli USA – del 10% in bambini dai 5 agli 11 anni.

Nel gennaio 2023 le Linee Guida dell’American Academy of Pediatrics hanno approvato le terapie farmacologiche con analoghi del GLP-1 (l’ormone prodotto dall’intestino che stimola la secrezione di insulina) e la chirurgia bariatrica nei bambini obesi statunitensi di 13 anni, ma questa non può essere la soluzione al problema dell’obesità Infantile poiché fino a quando i bambini continueranno a crescere in un “Ambiente Obesogeno” del quale, a livello di prevenzione, vengono presi in considerazione solo due fattori modificabili come la Dieta e l’Attività Fisica trascurando l’Inquinamento Atmosferico, il Rumore, gli Stimoli Luminosi dei vari dispositivi elettronici che alterano il sonno provocando l’aumento di alcuni ormoni obesogeni come il cortisolo, la diminuzione degli spazi verdi e la cementificazione che favoriscono la sedentarietà, la mancanza di socializzazione, l’aumento dell’introito di cibi ultraprocessati, non potremo parlare di una efficace lotta ad una malattia a forte impatto sociosanitario ed economico destinato a crescere negli anni.

Già durante la gravidanza lo stato nutrizionale materno (malnutrizione e obesità), le malattie (diabete e ipertensione), le infezioni, l’esposizione a fattori chimici (alcol, tabacco, diossine, pesticidi, bisfenolo A) e lo stress influenzano il rischio di obesità nella prole, attraverso fattori cosiddetti epigenetici. L’allattamento al seno è molto importante nella prevenzione dell’obesità infantile in quanto soddisfa tutti i bisogni nutrizionali e contiene alcuni ormoni come la leptina capaci di modulare positivamente le sensazioni di fame e sazietà del neonato.

Un altro aspetto fondamentale dell’alimentazione nelle prime fasi della vita è evitarne il più possibile una con alimenti ricca di cibi ultraprocessati (UltraProcessedFood – UFP) vale a dire alimenti ricchi di formulazioni industriali comprendenti per lo più sostanze estratte da alimenti quali oli, grassi, zucchero, amido, o proteine derivate da costituenti alimentari (grassi idrogenati, amido modificato) o sintetizzate in laboratorio (coloranti, aromi ed esaltatori di sapidità).

I cibi ultraprocessati hanno anche un potere inquinante ambientale causato dai materiali usati per confezionarli ed il loro crescente consumo ha comportato un parallelo aumento della prevalenza dell’obesità infantile in tutto il mondo. Questo potere inquinante ambientale è legato alla presenza negli involucri di questi alimenti dei cosiddetti Endocrine Disruptor, delle sostanze chimiche che possono interferire con gli assi ormonali e causare eventi avversi alla salute di un individuo, della sua prole e dell’ambiente. L’OMS ha individuato più di 800 sostanze chimiche che comprendono prodotti industriali, pesticidi, prodotti derivati dalla plastica, fitoestrogeni e diversi metalli pesanti, ad esempio sostanze come il BisfenoloA componente dei contenitori di plastica di molti alimenti e bevande o del rivestimento interno delle lattine di metallo o delle scatolette di tonno ed esse sono state associate all’aumento del tessuto adiposo, all’intolleranza agli zuccheri, all’insulinoresistenza e al diabete.

Uno stile di vita sedentario nella fascia di età pediatrica, rappresentato da una scarsa attività fisica e da un elevato tempo trascorso davanti allo schermo, è una delle cause maggiori dell’aumento dell’obesità infantile. Secondo un sondaggio condotto in 38 paesi, solo il 23% e il 19% dei bambini di età rispettivamente di 11 e 13 anni raggiungono i 60 minuti di attività fisica al giorno da moderata a intensa ma il cambiamento di questo scenario – secondo recenti ricerche – deve prevedere una maggiore disponibilità di ambienti adeguati delle attività ricreative all’aperto, una diminuzione del traffico veicolare e maggiori spazi verdi nelle aree destinate ad abitazioni condominiali.
Importante che la scuola diventi promotrice del cambiamento dello stile di vita e dell’incremento dell’attività fisica finalizzata alla prevenzione e alla riduzione del sovrappeso/obesità nella fascia di età pediatrica nei paesi sviluppati e in via di sviluppo. In conclusione una vera lotta all’obesità infantile deve iniziare dalla gravidanza e protrarsi nei primi anni di vita con l’obiettivo di un cambiamento delle abitudini alimentari e dell’aumento dell’attività fisica che sono però anche conseguenza di cambiamenti ambientali e sociali associati a politiche di sostegno in settori quali sanità, agricoltura, trasporti, pianificazione urbana, ambiente, trasformazione alimentare, distribuzione, marketing e formazione scolastica.

Fabrizio Angelini

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