Riformista Cartaceo
Primo morto da influenza aviaria negli Usa collegato al virus H5N1: aveva già patologie
L’IA può svolgere un ruolo cruciale nell’affrontare i casi di patologie trasmissibili per evitare quello che in gergo viene definito “salto di specie” in linea con l’approccio One Health
Il dipartimento della Salute della Louisiana il 7 gennaio ha annunciato il primo decesso umano per influenza aviaria, H5N1, negli Stati Uniti. Il paziente aveva più di 65 anni e presentava patologie preesistenti. I Cdc, Centers for Disease Control and Prevention, in una nota sottolineano come il decesso non sia inaspettato a causa del noto potenziale di infezione di questi virus che possono causare gravi malattie e la morte, ma il rischio per la popolazione rimane comunque basso.
Questo è testimoniato anche dal lavoro pubblicato dalla prestigiosa rivista The New England of Journal of Medicine sui casi da infezioni da virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità nell’uomo, da marzo a ottobre 2024, negli Stati Uniti. Questo lavoro scientifico ripropone il tema del rapporto uomo/ animale e più in generale un approccio “One Health” alla tutela della salute. Nei casi identificati, i virus dell’aviaria hanno generalmente causato una malattia lieve, per lo più congiuntivite, di breve durata, prevalentemente negli adulti esposti ad animali infetti. La maggior parte ha ricevuto un trattamento antivirale tempestivo e non è stata identificata alcuna evidenza di trasmissione dell’aviaria da uomo a uomo.
L’intelligenza artificiale (IA) può svolgere un ruolo cruciale nell’affrontare i casi di influenza aviaria e più in generale tutto il tema delle patologie trasmissibili, per evitare quello che in gergo viene definito “salto di specie” in linea con l’approccio One Health, che integra la salute umana, animale e ambientale, riconoscendo che la salute di tutte le specie è interconnessa e richiede soluzioni collaborative e interdisciplinari. L’IA può intervenire in diverse fasi: dal monitoraggio alla diagnosi precoce, alla ricerca come l’identificazione delle mutazioni virali alla stessa comunicazione per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
L’uso dell’IA nell’ottica One Health non solo potrebbe aumentare l’efficienza nella risposta alle crisi, ma potrebbe favorire un approccio proattivo, limitando il rischio che malattie zoonotiche come l’influenza aviaria diventino epidemie globali, ma su questo ci vuole un forte impegno dei governi che ad oggi non c’è. Anche il Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres di recente ha dichiarato: “Il Covid non ci ha insegnato niente. Il mondo è impreparato per la prossima pandemia”
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