Noi robot
La ratio
Le minacce di Musk non fanno paura: i dipendenti federali ignorano la mail. Cosa c’è dietro l’approccio di mister Tesla

Nel suo libro su che cos’è il potere computazionale, Massimo Durante spiega che mentre l’intelligenza di un computer è essenzialmente sintattica – e dunque ragiona su schemi ripetitivi e su regole quantitative – la nostra intelligenza è semantica: serve a dare un significato. Durante propone un esempio molto chiaro: quando noi giochiamo a scacchi con il computer, questo procede in base a un sistema di regole competitive mentre noi cerchiamo un significato e proviamo a dare un senso alla partita che stiamo giocando. Dunque, nonostante si stia giocando allo stesso gioco, in realtà si sta giocando a giochi diversi. Questa distinzione – se vogliamo – molto semplificata tra intelligenza umana e artificiale – ci dovrebbe aiutare a leggere, nel modo più sensato, anche i meccanismi sottesi alle scelte più intricate.
L’attacco di Musk
Ma purtroppo, alla domanda di quale sia il senso, per esempio, dell’attacco frontale che Elon Musk – a capo del Department of Government Efficiency (Doge) – ha sferrato al governo federale degli Stati Uniti, tutti i principali quotidiani Usa – dal Washington Post al New York Times – non riescono a dare una risposta. E sulle prime pagine, campeggia un solo titolo: “Dire no a Musk”. Ma più che un titolo, è un sentimento diffuso che permea lo stesso Trump 2 ed esplode in una vera e propria rivolta contro i diktat dell’uomo più ricco al mondo.
La mail per licenziare
La scintilla della protesta è stata una mail mandata a 2,3 milioni di dipendenti federali che ordina loro di spiegare in cinque punti che cosa avessero fatto al lavoro la settimana precedente, pena il licenziamento. E dal nuovo capo dell’Fbi, Cash Patel al capo del Pentagono, Pete Hegseth fino alla Casa Bianca, tutti hanno ormai esplicitamente indicato ai dipendenti federali che possono ignorare l’ordine di Musk – che intanto sta perdendo nei tribunali le battaglie legali per l’accesso ai dati di altri Dipartimenti – e non rispondere alla mail senza rischiare di essere licenziati. Ma come comprendere Elon Musk e “l’intelligenza” delle sue mosse così ideologicamente incoerenti? Alcuni analisti sostengono che possano essere ricondotte a una mentalità ingegneristica, la stessa che valorizza le idee più radicali.
Un ovvio punto di partenza è l’interesse personale. Di certo, l’ampia gamma di attività di Musk – dalle auto elettriche ai razzi spaziali e all’intelligenza artificiale – gli conferisce un interesse insolitamente ampio per la buona riuscita del Trump 2. Dunque, questo non giustificherebbe certo un attacco all’apparato governativo stesso: SpaceX domina già il settore spaziale statunitense e ha prosperato sotto l’ultima amministrazione democratica. Né l’inaspettato incarico all’interno dell’amministrazione di Musk sembra destinato a portare molti vantaggi significativi a Tesla: Trump ha un solido pregiudizio politico contro l’energia rinnovabile e i veicoli elettrici di cui dà prova ogni giorno.
Un’altra possibile spiegazione è che l’aggressione di Musk faccia parte di una potente reazione culturale: il miliardario ha affermato che la transizione di genere di uno dei suoi figli lo ha spinto a cercare di “distruggere il virus della mentalità woke”. Perciò gli attacchi a cause liberali come diversità, equità e inclusione hanno certamente suscitato il suo sostegno per lo smantellamento del più ampio apparato governativo. Ma è ancora troppo poco: il suo assalto è stato viscerale, Musk sembrerebbe considerare il governo come una forza di opposizione che “gli impedisce di inventare il futuro”, si legge in un pezzo di analisi a firma di Richard Waters sul FT. E questa ansia di libertà rispetto al futuro è la medesima che ha motivato, nel 2022, il suo passaggio dal voto democratico a quello repubblicano.
Questo forte impulso tecno-libertario, all’opera con Musk e in comune con altre figure che si muovono negli ambiti tecnologici e che hanno sostenuto Trump, è a monte della convinzione secondo cui il nuovo presidente abbia meno probabilità di ostacolare tecnologie trasformative come l’intelligenza artificiale e la criptovaluta. E se l’investitore libertario Peter Thiel, subito dopo la crisi finanziaria, scrisse che la libertà era incompatibile con la democrazia e che l’unica via di fuga era verso nuovi regni inventati dalla tecnologia, che si trattasse del cyberspazio o di Marte, Musk è invece intenzionato a restare sulla terra e a piegare il governo verso una visione tecnocratica del futuro, qualcosa che (per lui) porterebbe a un’espressione più vera della democrazia.
Qualche altro analista ha riconosciuto nell’approccio di Elon Musk, lo stesso mix di impazienza, arroganza intellettuale, interesse personale e idealismo ingenuo tipico della Silicon Valley. Questa “sensibilità senza vincoli” della Silicon Valley produce risultati che sembrano sia ciechi alle realtà di governo sia irrimediabilmente ingenui: riconoscere le sfumature significherebbe coltivare dubbi, e uno dei superpoteri di Musk è stato quello di non mostrare mai il minimo briciolo di insicurezza. Ma i costi politici di Doge potrebbero costringere la Casa Bianca a fare marcia indietro.
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