L'Alternativa per la Germania "minaccia" per l'Europa
Chi è Alice Weidel: la leader della destra tedesca che piace a Trump, Putin e anche a Xi
L’Afd si trova nella posizione di risultare appetibile a tutte le superpotenze che si contendono l’Europa. Meno che alla Ue. Perfetto banco di prova sul dossier ucraino. I tedeschi la premieranno alle urne?

L’Europa attende le elezioni tedesche con il fiato sospeso. L’ultimo sondaggio di Forsa per Rtl/ntv vede un leggero caldo sia della Cdu che dello Spd, con i cristianodemocratici al 29% e i socialdemocratici al 15%. E se i Verdi non sembrano in grado di superare il 13%, quello che appare ormai sempre più probabile è l’arrivo di Alternativa per la Germania al secondo posto, forse anche al 21%. Una mina vagante, radicale, decisiva, coesa e che adesso si trova in una posizione decisamente peculiare.
L’Alternativa che non vuole nessuno…
L’Afd, infatti, è un partner che non vuole nessuno, anche se il suo capogruppo René Aust ha detto che il partito è pronto a entrare in una coalizione. Non la vuole la Cdu e di certo non potrà mai essere coinvolta nelle trattative dallo Spd, che guarda ai Verdi e al limite alla Linke (all’8%). E questo nonostante qualcuno avverta che non entrare in una maggioranza instabile potrebbe essere addirittura un vantaggio per l’ultradestra, perché potrebbe aspettare un’altra legislatura per ottenere la maggioranza. Ma se in Germania è il partner che nessuno vuole al proprio fianco, l’Afd per ora ha già fatto capire di piacere al di fuori dei confini europei, trovando (paradossalmente) il favore di tutte e tre le superpotenze che in questo momento decidono i destini del mondo. Dagli Stati Uniti, non è un mistero che la macchina social di Elon Musk abbia già avuto un peso nella crescita del fenomeno Afd. E il suo endorsement alla leader, Alice Weidel, arrivato con un intervento video al comizio di fine gennaio ad Halle, è stato la prova definitiva del sigillo “muskiano” sul movimento.
Da Musk a Vance a Putin, tutti per Weidel
Ma Musk non è l’unico Oltreoceano a prestare particolare attenzione alle idee di quel partito. Sfruttando la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il vicepresidente degli Stati Uniti, Jd Vance, ha incontrato Weidel infrangendo quello che per molti osservatori era considerato un vero e proprio tabù diplomatico. E se l’America First trumpiana aspetta il risultato tedesco e corteggia l’Afd, per l’ultradestra tedesca non mancano nemmeno le sirene di altre parti del mondo, specialmente da est. Una è la Russia di Vladimir Putin, a cui l’Afd guarda da sempre con molto interesse. Nel programma politico del partito, si legge ad esempio il piano per riparare e rimettere in funzione il gasdotto Nord Stream, simbolo dell’asse energetico tra Mosca e Berlino, si chiede di fare piena luce sul sabotaggio di quell’infrastruttura e si prospetta anche una politica estera “pragmatica” nei riguardi di Mosca. definita un “fornitore affidabile”, alla quale andrebbero tolte le sanzioni aprendo anche a un maggiore rapporto con l’Unione economia eurasiatica.
La propaganda russa per Afd
Idee non certo contrarie a quelle del Cremlino, accusato dal governo tedesco di diffondere disinformazione proprio per favorire il partito di Weidel. Secondo Berlino, dietro i video fake sulla presunta manipolazione delle schede elettorali senza il simbolo dell’Afd ci sarebbe la mano del gruppo russo Storm-1516. E come se non bastasse, a mettere in allarme la Germania sono i presunti legami di Afd anche con l’altro grande gigante extra europeo, la Cina, soprattutto dopo che un’inchiesta della Bild ha rivelato i frequenti incontri tra Weidel e l’ambasciatore cinese a Berlino.
La Cina e Alice
Del resto, il partito dell’estrema destra tedesca non ha mai voluto seguire la linea di altri movimenti sovranisti di chiaro contrasto alle politiche cinesi. Alice Weidel ha lavorato in Cina e conosce profondamente la Repubblica popolare. L’Afd ha sempre criticato la politica di Olaf Scholz (e della ministra degli Esteri, Annalena Baerbock) riguardo Pechino perché ritenuta eccessivamente legata agli interessi degli Stati Uniti. E nel programma per queste elezioni, il partito dice espressamente di volere “ampliare i contatti economici, scientifici e culturali con la Cina”, in quanto essa “riveste un’importanza fondamentale per la Germania come partner commerciale”.
Non si guarda in maniera critica nemmeno alla Via della Seta. E così, l’Afd, si trova nella peculiare posizione di risultare appetibile a tutte le superpotenze che si contendono l’Europa. Meno, appunto, all’Ue. Una particolarità che potrebbe avere una sorta di banco di prova proprio sul dossier ucraino. Perché le idee dell’Afd su Kiev rischiano di essere molto simili a quelle prospettate nei negoziati tra Donald Trump e Putin, con il futuro neutrale di Kiev, esclusa sia dalla Nato che dall’Ue.
Ieri, proprio dalla Germania, il cancelliere Olaf Scholz ha parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “per raggiungere una pace giusta in Ucraina”. Ma da Washington, sia Musk che Trump hanno attaccato di nuovo pesantemente il leader di Kiev. Con il primo che ha accusato Zelensky di avere allestito una macchina “che si nutre dei cadaveri dei suoi soldati” e il presidente Usa che ieri pomeriggio ha rincarato la dose sui negoziati: “Non credo che sia molto importante la sua presenza agli incontri”.
© Riproduzione riservata