L'editoriale
Germania, la scintilla può riaccendersi: basta mettere da parte Scholz e Merz

A Monaco in questi giorni passa il treno della Storia, e purtroppo anche quello della cronaca. A meno di dieci giorni dalle importanti elezioni tedesche, c’è stato il quinto attentato terroristico in pochi mesi, in un clima incandescente. Il mondo osserva preoccupato. Vivo in Germania da quasi undici anni, e la frequento assiduamente dal 2008. Ho vissuto l’era di Angela Merkel: l’industria energivora tedesca aveva il gas a basso costo grazie alla Russia, con la Cina si esportava alla grande. Il paese andava avanti a vele spiegate e, con la leader più autorevole d’Europa, ci si è potuti permettere di accogliere un milione di siriani nel 2015 al motto “ce la faremo”.
Tutto rose e fiori? No, ma soprattutto i nodi sono venuti al pettine quando lei, nel 2021, ha detto “Auf Wiedersehen!”, cavatevela da soli. Ha lasciato lo scettro al suo vice cancelliere e ministro delle Finanze, Olaf Scholz, che si è insediato dopo mesi in un governo composto da Spd, Verdi e Liberali. Da quel momento, è venuto giù il mondo: la guerra in Ucraina con la fine del gas russo a basso costo, la dolorosa guerra in Medio Oriente, la crisi economica e il sistema di accoglienza di migranti tedesco ha mostrato le sue falle. Il governo Scholz non è riuscito ad affrontare con efficacia i tanti nodi irrisolti. Litigiosità esasperata tra i partner Verdi e Liberali, il “sor tentenna” si è dimostrato incapace di essere all’altezza di un compito difficile, fino al punto di portare la Germania a elezioni anticipate.
Oggi la “locomotiva d’Europa” si è fermata, ed è atterrita dal fuoco incrociato dei problemi: inflazione, la crisi economica, la crisi politica e di leadership, un freno al debito che la fa correre con i piedi legati, la crisi dei migranti, una crisi di identità. I tedeschi non sono come noi, abituati a districarci su tanti fronti. Possono affrontare un problema alla volta. Ma oggi le criticità sono molte e c’è paura.
In questo quadro così losco si è inserita a gamba tesa Afd, un partito di destra estrema che getta quotidianamente benzina sul fuoco. Con “Germania first” si può sintetizzare la sua proposta: via i migranti, via dall’Euro, via dalla Nato, riprendiamo i rapporti con la Russia. E Musk dà una mano. I sondaggi danno la Cdu/Csu al primo posto, incalzata dalla Afd; l’Spd al terzo posto; i Verdi quarti. Una campagna elettorale giocata tutta sul problema dei migranti. Le rilevazioni in Germania sono veritiere, ma Afd potrebbe riservare sorprese, seppur senza riuscire a governare.
I tedeschi sono bravi nei momenti buoni, incattiviti nei momenti difficili. Probabilmente finirà che saranno costretti a governare Merz, un uomo dal passato sciatto politicamente, e Scholz, un uomo senza qualità. Se, invece, la scintilla tedesca che ho conosciuto dovesse riaccendersi, ne sarei felice. Come? Mettendo da parte questi due signori.
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