L’ex agente di polizia Derek Chauvin è colpevole di tutti e tre i capi d’imputazione: omicidio di secondo grado, di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado, per la morte dell’afroamericano 46enne George Floyd.

È questo il verdetto lampo, arrivato dopo sole 10 ore di discussione e senza chiedere chiarimenti alla Corte di Minneapolis, arrivato dalla giuria popolare chiamata a giudicare l’ex agente del dipartimento di polizia della capitale del Minnesota.

Toccherà ora al giudice Peter Cahill fissare l’entità della pena per Chauvin, entro sei-otto settimane. Il processo contro Derek Chauvin era iniziato il 29 marzo e durante il procedimento sono stati sentiti 45 testimoni.

L’ex agente rischia una stangata: per l’omicidio involontario di secondo grado rischia una pena massima di 40 anni, per omicidio di terzo grado di 25 anni e per omicidio colposo di 10 anni di reclusione.

Chauvin è stato ammanettato in aula e preso in custodia dall’ufficio dello sceriffo della contea di Hennepin, lascia così il tribunale e restando sotto la custodia delle autorità.

Una sentenza storica per gli Stati Uniti: applausi e cori sono partiti al pronunciamento della sentenza tra la folla che attendeva il verdetto del processo Floyd, con scene analoghe in altre città americane. Anche il presidente Joe Biden ha seguito la lettura del verdetto dalla Casa Bianca.

“La giustizia guadagnata dolorosamente è arrivata per la famiglia di George Floyd e la comunità qui a Minneapolis, ma il verdetto di oggi va ben oltre questa città e ha implicazioni significative per il Paese e persino per il mondo”, ha detto Ben Crump, uno dei legali della famiglia Floyd. “Questo caso è un punto di svolta nella storia americana per la responsabilità delle forze dell’ordine e invia un messaggio chiaro che speriamo venga ascoltato chiaramente in ogni città e in ogni stato”, ha aggiunto Crump.

La morte di Floyd il 25 maggio del 2020 aveva innescato un vasto movimento di proteste contra la violenza e la brutalità delle forze dell’ordine, proteste animate in particolare dal movimento Black Lives Matter. George Floyd era stato accusato da Chauvin e dai suoi colleghi con l’accusa, da parte di un commesso di un negozio, di aver tentato di pagare con una banconota falsa da 20 dollari.

Chauvin, intervenuto sul luogo del presunto reato assieme a quattro colleghi, come ripreso dai video delle body-cam e di alcuni passanti aveva bloccato Floyd a terra premendo per oltre 9 minuti col suo ginocchio sul collo dell’afroamericano, provocando il suo decesso per asfissia.

Ad agosto inizierà invece il processo nei confronti degli altri agenti incriminati per la morte di Floyd, ovvero Thomas Lane, J. Alexander Kueng, e Tou Thao. I tre sono accusati di aver facilitato l’omicidio di Floyd: i primi due aiutando Chauvin a tenere Floyd a terra per un certo periodo di tempo, mentre Thao avrebbe assistito senza muovere un dito.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia