Quando uccise la compagna colpendola al culmine di una lite con un peso da palestra “versava in condizioni tali da almeno grandemente scemare la capacità d’intendere e volere”. Questo ha sancito la perizia disposta dalla Corte d’Assise di Appello di Roma che ha portato i giudici a dimezzare la pena nei confronti di Francesco Carrieri, l’uomo accusato dell’omicidio della fidanzata Michela Di Pompeo.

Il direttore di banca romano il primo maggio 2017 uccise la compagna, insegnante della prestigiosa Deutsche Schule, nella sua abitazione di via del Babuino, nel centro storico di Roma. Carrieri, dopo l’arresto, ammise la sua responsabilità spiegando, come si apprese al tempo, di aver colpito la compagna al culmine di una lite scaturita dal suo timore di essere lasciato.

Nel processo di primo grado Carrieri era stato condannato a 30 anni di reclusione per per omicidio volontario aggravato dopo il processo col rito abbreviato. La sentenza emessa dalla prima Corte d’Assise di Appello di Roma ha invece dimezzato la pena riconoscendo all’ex direttore di banca la diminuente del vizio parziale di mente.

La Corte ha quindi disposto nei confronti di Carreri anche tre anni di ricovero in una Rems, una struttura sanitaria per condannati affetti da disturbi psichiatrici, che hanno sostituito i vecchi ospedali psichiatrici giudiziari.

Redazione

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