Dopo gli scontri avvenuti a Roma sabato 9 ottobre, quando un gruppo di manifestanti ha preso d’assalto la sede della Cgil, è stato richiamato l’intervento del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che ha dovuto rispondere alle accuse mosse dall’opposizione, in particolare dalla leader di FdI Giorgia Meloni che ne chiede le dimissioni.

Proteste in Aula

Respingo fortemente la lettura politica che tende ad accreditare la tesi di un disegno assecondato da un comportamento delle forze dell’ordine“, perché essa “insinua il dubbio che le forze della polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche” ha detto la ministra Lamorgese oggi durante la sua informativa alla Camera. E poi ha ribadito: “E’ un’ingiusta accusa, che getta un’ombra inaccettabile sull’operato delle forze ordine“. Le parole della ministra dell’Interno hanno un unico destinatario: Giorgia Meloni.

La leader di FdI, infatti, durante il question time alla Camera dei Deputati con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che c’è stato settimana scorsa, ha contestato le mancanze della polizia e del ministero dell’Interno, accusato di non aver saputo gestire l’ordine pubblico in città. Ma in quell’occasione, Meloni ha accusato la ministra e tutto il governo di aver consapevolmente permesso le violenze, appellandosi al concetto novecentesco della “strategia della tensione“. Meloni ha sostenuto, senza addurre però prove, che le violenze neofasciste siano state volute perché “funzionali alla sinistra

Le parole pronunciate dal ministro dell’Interno sono state accolte con proteste nell’Aula dagli esponenti del partito di FdI, alimentato dal duro intervento di Francesco Lollobrigida: Su sabato 9 la ministra Lamorgese ha mentito. Il ministro degli Interni per definizione è l’autorità nazionale di pubblica sicurezza e colei che decid’, non scarichi sulle forze di polizia le sue responsabilità, si vergogni di un atteggiamento irresponsabile verso le forze di sicurezza“, ha attaccato l’esponente di FdI.

Il sottosegretario Gabrielli l’ha informata di quello che avveniva? Possibile non se ne è accorta? Se invece di mille persone arrivavano 12 15 mila persone? Possibile non riceva informazioni dal sottosegretario? Ministro lei qui ha mentito, ha raccontato che non si poteva fare niente – ha insistito Lollobrigida – però ha dimostato a Trieste che il pugno di ferro lo sa usare contro inermi ma contro i neofascisti no“.

Dopo urla e bagarre in Aula, è stato pertanto necessario l’intervento del presidente della Camera Roberto Fico, che ha dovuto richiamare, in particolare, l’attenzione dei deputati azzurri Andrea Delmastro e Federico Mollicone.

La giornata del 9 ottobre

Lamorgese cerca di rispondere agli attacchi, acuiti dall’intervento duro messo in campo ieri al porto di Trieste per rimuovere il sit in dei manifestanti contro il green pass. Per il ministro dell’Interno è il giorno in cui, dai banchi dell’opposizione, parte l’ennesimo attacco alla gestione del Viminale dell’immigrazione e dell’ordine pubblico.

Nell’immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore”, ha detto Lamorgese sugli scontri che ci sono stati nella Capitale lo scorso 9 ottobre. E poi ha aggiunto: “E’ palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati“, riferendosi alla matrice neofascista che ha animato le violenze.

Per la titolare del Viminale, la manifestazione del 9 ottobre ha attirato un numero di partecipanti piu che triplicato rispetto al previsto, per cui le informazioni disponibili non hanno consentito “di prevedere un indice di partecipazione cosi anomalo rispetto alle manifestazioni precedenti“.

E poi ha spiegato:”Gli organizzatori, nel darne preavviso avevano indicato un numero orientativo di 1000 partecipanti ma in considerazione del fatto che di lì ad una settimana sarebbe entrato in vigore l’obbligo di green pass, le stesse autorità avevano stimato una affluenza effettiva di 3-4 mila unità approntando un dispositivo di 840 operatori delle forze dell’ordine, da ritenersi pienamente adeguato proporzionalmente alle stime“.

E in merito alla questione della presenza di agenti infiltrati tra i manifestanti, la titolare del Viminale ne ha escluso, in quanto si “trattava di agenti in borghese della Digos, come e’ di prassi. Respingo questo inquietante retroscena“.

Ma quello che era imprevedibile, secondo Lamorgese, era la massiccia presenza di esponenti “di gruppi e movimenti politici appartenenti sia alla destra radicale che alla galassia della sinistra antagonista e alla componente anarchica”. Lamorgese ha quindi condannato la presenza di manifestanti violenti, sia di destra sia di sinistra, cercando così di sedare le polemiche mosse da Salvini e Meloni.

Ma nel presentare i numeri, il ministro dell’Interno ha sottolineato che in piazza ci fossero almeno 200 membri appartenenti a Forza Nuovaa conferma dell’acceso interesse da parte di questa formazione ad acquisire spazi di visibilita’ in grado di accrescerne il bacino di consenso“.

Lamorgese ha poi condannato l’assalto della sede centrale della Cgil, defenito “il momento più drammatico”, che ha turbato “l’opinione pubblica per la violenza dell’azione distruttiva e lo sfregio arrecato alla democrazia”. “Un momento durato 8 angoscianti minuti – ha sottolineato la titolare del Viminale – che ha avuto il suo apice tra le 17.32, quando i manifestanti irrompono nella sede sindacale, e le 17.35, quando le forze di polizia riprendono il controllo della situazione e liberano la sede”. 

L’intervento su Trieste

Il ministro ha spiegato all’Aula quali siano state le decisione prese nei momenti di protesta che da giorni sta bloccando il porto di Trieste. “Nei momenti di maggiore tensione si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell’ordine pubblico ed è stato necessario ricorrere all’uso di idranti e lacrimogeni” ha affermato Lamorgese, sottolineando la sussitenza di “caratteristiche analoghe” a quanto accaduto a Roma. “Si è fatto ricorso ad un intervento tecnico-operativo con modalita’ analoghe a quelle avvenute vicino a palazzo Chigi e Montecitorio, a Roma“.

I numeri delle proteste

La titolare del Viminale ha anche presentato un quadro dei moti di protesta che c’è stato dall’inizio della pandemia.

Dal febbraio 2020 al 18 ottobre 2021 si si sono tenute in tutta Italia 5.769 manifestazioni di protesta contro i provvedimenti governativi di contenimento del virus. Più della metà, 3.668, si sono svolte nel 2021 e di queste 1.526 tenutesi tra il 22 luglio e il 18 ottobre di quest’anno“. Dal 2020 “gli episodi di rilievo sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica si attestano al 3,4%, riguardando soltanto 52 manifestazioni“.

In questo periodo la protesta ha investito minacciosamente ogni ambito facendo emergere nuovi soggetti da tutelare e nuovi obiettivi sensibili da proteggere”, ha detto, sottolineando il “carattere sfidante della protesta, intenzionata a non fermarsi“.

Per Lamorgese non si può in alcun modo abbassare la guardia e bisogna mantenere massima attenzione per garantire non sia turbata la tranquillità nazionale.