Hanno arrestato il deputato belga al Parlamento europeo Marc Tarabella. stanno cercando anche Andrea Cozzolino, parlamentare italiano del Pd. Vogliono portare in prigione pure lui. Tarabella lo hanno preso alle sei di mattina e trascinato all’interrogatorio. Probabilmente in nottata lo porteranno in cella. È il Qatargate, che va avanti così: rispetto del diritto zero, show a tutto gas. Lo show deve procedere e se non esce niente di nuovo è la magistratura belga a trovare il modo per non farlo afflosciare.

Ieri è stata decisa la liberazione anche della fiscalista di Panzeri, Monica Rossana Bellini. Purtroppo pare che a suo carico si trovi poco e niente. C’è il rischio serio che sia innocente. Non è un gran problema perché tanto la signora è stata già fatta a pezzi e sputtanata dalla stampa italiana e difficilmente potrà riprendersi. Però è un peccato che non sia emerso niente contro di lei. Quando la catturarono un giornale titolò a tutta pagina: arrestata la contabile del Pd. Lei non è contabile, non è del Pd e probabilmente è innocente. Però è vero che è stata arrestata. Una parola di quel titolo era veritiera, ed è già molto.

Un paio di giorni fa era stato scarcerato il radicale Niccolò Figà Talamanca, l’uomo che doveva dimostrare la colpevolezza di Emma Bonino. Purtroppo, anche qui, non si è trovato niente contro di lui. Maledizione! A quel punto, sai com’è, liberato Figà, liberata Bellini, liberate moglie e figlia di Panzeri, si rischiava la figuraccia brutta. Ci voleva un arresto pesante. Meglio se due. Non restava che attaccarsi alle accuse di Panzeri, barattate in cambio di un fortissimo sconto di pena. E Panzeri aveva accusato Tarabella di avere ricevuto un po’ di soldi in contanti di origine qatarina. Ottima cosa no?

Panzeri non sapeva neppure quanti soldi. Di questi soldi nessuna traccia. Tarabella nega. Nessun riscontro. Niente di niente, però una bella occasione per rilanciare il caso. Con l’aiuto di un Parlamento europeo prostrato alla procura di Bruxelles. Il quale aveva tolto a Tarabella l’immunità parlamentare, su richiesta della procura, senza neppure chiedere le carte, o qualche delucidazione, e senza discutere una decina di minuti sulla scelta. Ha detto subito: figuratevi, l’immunità è un assurdo privilegio, arrestate pure chi volete, signori magistrati.

Ma forse Tarabella minaccia di fuggire? No,certo, sarebbe già fuggito. Forse può inquinare le prove? No, certo, le avrebbe già inquinate. Forse potrebbe reiterare il reato? No, certo non potrebbe, è sotto controllo. E allora era necessario arrestarlo? No, chiaro che non era necessario, dal punto di vista del diritto e delle indagini, però serviva per lo show. Lo show must go on, come abbiamo scritto nel titolo di prima pagina ed è giusto che la politica si adegui. In fondo la magistratura di solito questo lavoro fa: lo show. Pensavate che fosse così solo in Italia? No, no: tutto il mondo è paese (Meloni direbbe: tutto il mondo è nazione…).

Ma l’arresto di Tarabella è sufficiente per tenere su il Qatargate? Insieme all’arresto di Eva Kaili, che è stata anche torturata, però non si è decisa a confessare né ad accusare qualche collega, e quindi resta iun carcere e la sua bambina di due anni resta sola. E’ sufficiente?
No, alla procura non bastano Tarabella e Kaili ( più il compagno di Kaili, Giorgi). E allora, sotto con l’italiano Cozzolino. Anche lui deputato europeo, anche lui privato senza tante storie dell’immunità parlamentare. Ottimo boccone. Cozzolino. Ieri mattina gli hanno perquisito l’ufficio, ieri sera la casa dove abita a Bruxelles.

Pare che non si trovi proprio niente per accusare, ma questo non vuol dire che non possa essere arrestato (anche per lui il coraggioso Parlamento ha dato il via libera). Spesso anche Torquemada non trovava niente contro i dissidenti. E talvolta anche a lui andava male pure la tortura. Mica per questo si fermava. Era un tipo tosto Torquemada. Anche il magistrato belga pare che lo sia. E infatti ieri sera ha firmato l’ordine di arresto per Cozzolino.

 

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.