Per diversi giorni ci hanno detto che il Qatargate era lo scandalo che avrebbe sconvolto l’Europa. L’arresto di Antonio Panzeri, di Francesco Giorgi e di Eva Kaili, ci hanno spiegato, è solo l’inizio. Le indagini porteranno a risultati clamorosi. Stiamo aspettando.

Per ora sappiamo che hanno scarcerato Figà Talamanca perché, a quanto pare, non hanno trovato niente di significativo contro di lui. Hanno fatto un accordo con Panzeri, scambiando una pena piccola con il giuramento che non solo confesserà la sua colpa ma accuserà – a ragione o a torto – un certo numero di colleghi. Poi sappiamo che è stata decisa la decadenza dall’immunità parlamentare di due deputati europei, e sappiamo che questa decadenza è stata decisa dall’assemblea senza neppure discutere e senza guardare le carte. Un semplice inchino al magistrato, una clamorosa umiliazione della politica (forse della democrazia). I due deputati comunque si dicono innocenti, e contro di loro ci sarebbero solo le accuse concordate dal magistrato con Panzeri. Senza riscontri.

Infine, a parte, c’è il vero scandalo. L’arresto e la detenzione della vicepresidente del Parlamento Eva Kaili. È stata catturata dalle guardie belghe sebbene godesse dell’immunità parlamentare che ne vieta l’arresto. La scusa è stata che la Procura ha sostenuto di averla presa in flagrante. Per quale reato?, è stato chiesto timidamente da qualche folle ficcanaso. Hanno risposto che ancora non lo sapevano. È il primo caso, in giurisprudenza, di flagranza preventiva.

Kaili è madre di una bambina di due anni alla quale è stato arrestato anche il padre (Francesco Giorgi, assistente di un deputato europeo) e sebbene non ci sia nessuna ragione per non concederle almeno gli arresti domiciliari, non le sono stati concessi, evidentemente per usare la bambina lasciata senza genitori come strumento di ricatto per costringerla a confessare. Poi è stata chiusa per 48 ore in una cella gelida, senza coperte e senza cappotto. Le è stato impedito di lavarsi e di dormire. È questo il vero Qatargate.

Le torture che sono state utilizzate contro una parlamentare europea creando un precedente assoluto, di tipo egiziano. Qualcuno è insorto? Nessuno. Qualcuno ha protestato? Per quel che ne so solo l’onorevole Deborah Bergamini. I giornali hanno sollevato la questione? No, hanno solo annunciato clamorosi sviluppi. Ora qualcuno finalmente farà sentire la sua voce?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.