Nelle maglie dell’inchiesta del Qatargate, è finito anche Andrea Cozzolino, europarlamentare del Pd, tirato in ballo da alcune rivelazioni fatte dal suo assistente, Francesco Giorgi, che ha detto di sospettare che il suo datore di lavoro abbia preso soldi tramite Antonio Panzeri. Ed è questo il motivo per cui la Procura di Bruxelles starebbe considerando Cozzolino come “terzo uomo” del gruppo che avrebbe intascato soldi in cambio di parole a favore di Qatar e Marocco. Cozzolino non è attualmente nemmeno indagato.

“Sono profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle Istituzioni Europee. Personalmente sono del tutto estraneo alle indagini: non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede”, ha detto l’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino.

“Inoltre non ho mai incontrato persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza – aggiunge -, né tanto meno ho mai perseguito interessi, vantaggi od utilità personali nella mia vita politica. Fra l’altro, le delegazioni al Parlamento europeo non sono parte del processo legislativo ed al contrario delle commissioni, non gestiscono risorse del bilancio Ue, e non stipulano accordi internazionali. Abbiamo sempre lavorato con trasparenza per promuovere il dialogo tra le assemblee parlamentari. Sono ancora fortemente turbato per il fermo del mio assistente, che ho conosciuto per le sue esperienze lavorative nell’Europarlamento, e non ho idea di quale sia il suo coinvolgimento nella vicenda giudiziaria se non quello rivelato dalla stampa”.

Poi conclude: “Da parte mia, mi batterò per l’affermazione e la difesa della verità e per fare piena luce su sospetti infondati. Sono a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per qualsiasi chiarimento e ripongo la massima fiducia nel lavoro della magistratura del Belgio”.

Nato a Napoli nel 1962, per anni è stato considerato il delfino di Antonio Bassolino. Prima consigliere regionale in Campania nel 2000, poi assessore nel 2005. Alle elezioni europee del 2009 venne eletto al Parlamento Europeo per il PD nella circoscrizione Italia Meridionale, con 136.859 preferenze, risultando il più votato della lista. Nel 2011 provò a diventare sindaco di Napoli candidandosi alle primarie che vennero poi annullate, a seguito delle denunce di brogli. Il partito venne commissariato e Cozzolino continuò la sua carriera nell’Europarlamento.

Ma il Qatargate ha attivato la macchina del sospetto. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sotto la lente di ingrandimento è finita una mail del 24 novembre l’eurodeputato del Pd invitava a votare contro una parte di risoluzione in cui si sosteneva che Doha aveva ottenuto la Coppa del Mondo grazie alla corruzione. “Il Parlamento Ue non dovrebbe accusare un Paese senza prove delle autorità giudiziarie competenti”, avrebbe detto Cozzolino. Sospetti da cui Cozzolino ha preso le distanze e che, ad oggi, per la Procura di Bruxelles, non trovano riscontro.

Avatar photo

Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.