Francesco Giorgi ha confessato, ha ammesso l’esistenza di una organizzazione al servizio di Qatar e Marocco con lo scopo di interferire e condizionare gli affari europei. L’assistente 35enne, originario di Abbiategrasso (Milano), che ha lavorato prima con l’europarlamentare socialista Antonio Panzeri, poi da qualche anno con Andrea Cozzolino, ha spiegato lo scorso 10 dicembre ai magistrati belgi a Bruxelles che il suo ruolo era quello di gestire i contanti.

Giorgi è uno dei quattro arrestati nell’inchiesta che ha portato al ritrovamento di una ingente quantità di contanti sia nell’abitazione di Panzeri (500mila euro) che in quella della oramai ex vicepresidente del parlamento europeo Eva Kaili (750mila euro). “Farò il possibile affinché la mia compagna sia libera e possa occuparsi di nostra figlia di 22 mesi” ha spiegato Giorgi, assumendosi ogni responsabilità sui soldi trovati in casa di Eva Kaili.

Quei soldi erano destinati solo a lui e a Panzeri, ha ribadito Giorgi nell’interrogatorio. Secondo quanto scrive il giornale belga, Giorgi avrebbe anche indicato di sospettare che Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D, avrebbero preso soldi tramite Antonio Panzeri. Il Marocco sarebbe coinvolto nella vicenda di sospetta corruzione attraverso il suo servizio di informazione esterna, la Dged. In base ai documento consultati dai due quotidiani – si legge ancora sul giornale – Panzeri, Cozzolino e Giorgi sarebbero stati in contatto con con la Dged e con Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia.

Secondo la televisione privata greca MegaTv, sarebbero oltre 60 gli eurodeputati nel mirino della maxi-inchiesta sul Qatargate condotta dalla giustizia belga. I parlamentari europei che potrebbero essere toccati da indagini e perquisizioni, sempre secondo l’emittente ellenica, sarebbero per la maggior parte appartenenti alle famiglie politiche dei Socialisti & Democratici, del Partito popolare europeo e di altri partiti di sinistra. Le indiscrezioni sono state rilanciate anche dalla testata online tedesca Focus.de, ma non trovano alcuna conferma da parte della procura federale belga.

Intanto, la prima udienza per i quattro fermati davanti alla camera di Consiglio del tribunale di Bruxelles ha restituito i primi pronunciamenti della giustizia belga: l’ex eurodeputato Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, compagno dell’ex presidente del Parlamento europeo Eva Kaili, resteranno ancora in carcere per almeno un mese, mentre Niccolò Figà-Talamanca potrà uscire sotto regime di sorveglianza elettronica. Resta invece in sospeso il destino di Kaili che ha chiesto e ottenuto il rinvio della decisione al 22 dicembre prossimo.

A Strasburgo, l’Eurocamera riunita in plenaria ha chiesto lo stop all’intesa Ue-Qatar sull’aviazione e la sospensione di tutti i fascicoli legislativi legati a Doha, provocando irritazione nella Lega perché esclusa dalla sottoscrizione della risoluzione comune che dovrà ora essere messa ai voti.

 

Redazione