È un vero e proprio terremoto quello che sta colpendo le istituzioni politiche di Bruxelles, da ieri nel mirino della polizia belga per una inchiesta su un presunto giro di corruzione legato al Qatar, il piccolo stato nel Golfo dove in questi giorni si sta disputando la Coppa del Mondo di calcio.

Nella mattinata di venerdì sono stati fermati l’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri, poi passato ad Articolo Uno, il suo assistente nella passata legislatura Francesco Giorgi, Luca Visentini, da poco stato eletto segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc), e Niccolò Figà-Talamanca, direttore della Ong No Peace Without Justice che opera a Bruxelles.

In questo elenco, riferiscono i giornali belgi Le Soir e Knack, si aggiunge un big della politica europea: è la europarlamentare socialista greca Eva Kaili, compagna dell’italiano Giorgi e soprattutto una dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo. Kaili è stata sospesa sia dal gruppo socialista europeo che dal Pasok greco. Ma a causa delle indagini, come comunicato dal portavoce della presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, quest’ultima “ha deciso di sospendere con effetto immediato tutti i poteri, compiti e le deleghe di Eva Kaili nella sua qualità di vicepresidente del Parlamento europeo

Nella rete dell’inchiesta sono finite anche moglie e figlia di Panzeri, entrambe arrestate a Bergamo sulla base di un mandato di cattura internazionale. Le due donne rispondono di favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta di Bruxelles per corruzione e riciclaggio, con vincolo di associazione per delinquere che ha portato agli arresti lo stesso Panzeri e gli altri indagati.

Secondo quanto scritto negli atti dell’indagine belga, riportati da Repubblica, Maria Colleoni e Silvia Panzeri sarebbero ritenute “pienamente consapevoli” dell’attività del marito e padre e “persino del trasporto di doni“. Le due sono menzionate “nella trascrizione di intercettazioni telefoniche” durante le quali l’ex europarlamentare “ha commentato la consegna dei doni” di cui sarebbe stato “a quanto pare” il beneficiario. Nelle carte dell’inchiesta belga spunterebbe una vacanza per la famiglia Panzeri costata “100 mila euro. La Corte d’Appello ha convalidato l’arresto e concesso i domiciliari a madre e figlia, rispettivamente pensionata di 67 anni e avvocato 38enne, fermate venerdì sera nell’abitazione di famiglia a Calusco d’Adda (Bergamo).

Le mie assistite hanno riferito in aula di non essere a conoscenza di quanto viene loro contestato“, ha spiegato l’avvocato Angelo De Riso, difensore con Nicola Colli di Maria Colleoni e Silvia Panzeri. “Siamo soddisfatti e confidiamo che non venga accolta la richiesta di consegna alle autorità del Belgio“, hanno affermato i due legali.

Nel comunicato diffuso della procura federale belga, l’indagine aperta lo scorso luglio è stata coordinata dall’Ufficio centrale per la repressione della corruzione del Tribunale di Bruxelles, viene spiegato che ormai da mesi la polizia giudiziaria e gli inquirenti “sospettano che uno Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo”. Eric Van Duyse, portavoce della Procura federale, senza nominare il Qatar, ha spiegato al quotidiano Knack che l’operazione veniva condotta “versando ingenti somme di denaro o offrendo ingenti doni a terzi con una posizione politica e/o strategica importante all’interno del Parlamento europeo“.

Lo stato in questione sarebbe il Qatar organizzatore dei Mondiali di calcio: l’ipotesi degli inquirenti è che la rete fosse attiva nell’”ammorbidire” le critiche al Paese del Golfo, noto per limitare i diritti civili delle donne, della comunità Lgbt e dei lavoratori.

Soltanto due settimane fa, nel corso di un dibattito parlamentare nell’aula di Strasburgo, era stata votata una risoluzione di censura del Qatar e in difesa dei diritti civili in quel Paese. Nel suo discorso Eva Kaili, per essendo il gruppo socialista S&D a favore della risoluzione, si era espressa a favore del Paese: “Il Qatar è all’avanguardia nei diritti dei lavoratori”, aveva detto la eurodeputata greca, sottolineando che “la Coppa del Mondo in Qatar è la prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un Paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo”.

Nel corso della perquisizione presso l’abitazione della vice presidente dell’Eurocamera Eva Kaili, scrive il quotidiano belga L’Echo, sarebbero stati trovati addirittura “sacchi di banconote“. Il dato chiarirebbe anche il perché Kaili sia stata arrestata nonostante l’immunità parlamentare. Secondo il regolamento interno del Parlamento europeo l’immunità, infatti, decade in caso di flagranza di reato. Anche il padre di Kaili è stato arrestato: stava cercando di fuggire portando con sé una valigia piena di banconote.

L’operazione condotta dalla polizia ha portato a 16 perquisizioni in 14 indirizzi in diversi quartieri di Bruxelles, oltre al sequestro di 600mila euro in contanti, smartphone e altro materiale informatica. Il denaro sarebbe stato sequestrato a casa di Panzeri, l’ex eurodeputato Dem.

Tra gli uffici perquisiti anche quelli degli assistenti di due deputati belgi, Marie Arena e Marc Tarabella, così come la sede di Fight Impunity, ong fondata nel settembre 2019 da Panzeri e che si occupa di violazione dei diritti umani. Panzeri “è sospettato” di essere intervenuto “politicamente con i membri” che lavorano al Parlamento Europeo “a beneficio di Qatar e Marocco, contro il pagamento“. Lo si legge in uno degli atti dell’indagine di Bruxelles per “corruzione di funzionari e membri degli organi delle Comunità europee e di Stati esteri, riciclaggio e associazione per delinquere“.

Alla luce dell’inchiesta e del fermo di Panzieri, la commissione di garanzia di Articolo Uno Lombardia ha sospeso l’ex europarlementare dall’anagrafe degli iscritti. “Nell’esprimere sconcerto per quanto sta emergendo, Articolo Uno esprime fiducia nell’autorità giudiziaria e auspica che Panzeri possa dimostrare la sua estraneità a una vicenda del tutto incompatibile con la sua storia e il suo impegno politico“, si legge in una nota del partito.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia