Ha fatto bene il Procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori, ad affermare che la morte di due adolescenti, riconducibile all’assunzione di droghe, sia una responsabilità collettiva. Per assumere tale responsabilità, occorre comprendere cosa può motivare due adolescenti a consumare derivati dell’oppio, come il metadone, e contemporaneamente alcol; occorre interrogarsi in merito al contesto sociale e culturale che fa da riferimento a tali scelte e quali desideri promettono di soddisfare le sostanze psicotrope agli adolescenti del nuovo millennio. Sarebbe facile addebitare le responsabilità dell’accaduto, insieme al metadone, alla cultura proposta nei testi della trap: facile, ma con il difetto di non aiutare a capire.

Paola Zukar, manager di famosi trapper italiani, sottolinea come la trap sia adatta al ritmo dei social: «È la colonna sonora di Instagram, è adatta a fare da sfondo musicale alle Stories». Come il punk, la trap fotografa il disagio giovanile contemporaneo, proponendo testi che sottolineano il vuoto, la velocità, la mancanza di tempo e la superficialità del mondo in cui queste stesse canzoni vengono ascoltate. «YouTube, Spotify… tutto gratis, tutto veloce… ma vuoi anche il messaggio?». Nei testi della trap non c’è accenno al futuro, si enfatizza uno stile di vita fatto di consumo, di lusso e di brand, si rivendica l’ignoranza: dove avranno imparato? È così distante dal pensiero medio dei loro genitori? Come dice Zukar, «un atteggiamento contro i vecchi che non mollano e non lasciano spazio nella società italiana». Come le amfetamine sono state le sostanze della discoteca anni 90 e della tecno, così oggi nei testi della trap si parla di un cocktail fatto di gazzosa e codeina (alcaloide dell’oppio), la Purple Drank, intrinsecamente legata alla cultura dell’hip hop.

Come scrive Mattia Costioli su Vice: «Il fascino nei confronti della Purple Drank è basilare, quasi bambinesco, è una bibita colorata con le bollicine e che profuma di fragola..». Forse una moda importata acriticamente come fosse un gioco, ma colpisce la scelta di un sedativo: per placare quale sintomo? Torniamo a Terni dove, secondo l’economista Giuseppe Croce, il tasso di disoccupazione dei giovani (15-24 anni) nella media del periodo 2014-18 ha sfiorato il 47%. Il risultato è che nella provincia di Terni un giovane rischia di rimanere senza lavoro quattro volte di più dell’insieme della forza lavoro. Come vivono i ragazzi in una città dove, con la crisi dell’acciaieria, è andata in frantumi la sua orgogliosa identità, simboleggiata dalla pressa da 12mila tonnellate collocata fuori dalla stazione ferroviaria? Come, dove, con che cosa si possono costruire una loro identità? Ma la condizione giovanile di Terni è quella dell’intero Paese: disoccupazione e sottoccupazione, aumento dei Neet (i giovani che non studiano e non lavorano), futuro minaccioso (prima e ben oltre il covid-19), definanziamento delle politiche per i giovani a partire dalla scuola, città dove, se sei un minorenne, fai fatica a trovare un posto dove stare senza consumare, senza dare fastidio allo shopping.

Facile dare la colpa alla scelta scriteriata di un utente del Ser.D. di cedere il metadone a minorenni, magari senza evidenziare il reato altrettanto grave di chi ha venduto loro alcol, sostanza che ha avuto un ruolo determinante in questi decessi. Meno facile è motivare perché questi adolescenti, a causa dei tagli al sociale, hanno sempre meno opportunità di incontrare progetti di prevenzione e riduzione del danno, servizi in grado di renderli consapevoli dei rischi che incontrano consumando le diverse droghe. Infine, effetto indesiderato della tragedia di Terni è lo stigma su un farmaco, il metadone, che per decenni ha consentito a molti dipendenti da eroina di fare una vita degna, di lavorare, anche attraverso gli affidi settimanali di tale terapia.

Oggi qualcuno vorrebbe mettere in discussione tale opportunità di cura, colpevolizzando migliaia di operatori e di utenti dei Ser.D. nell’illusione che, con la scomparsa del metadone dal mercato illegale, chi è in cerca di stati alterati di coscienza non si rivolga ad altre sostanze e ad altri mercati. La stessa illusione che ha motivato l’insensata e perdente guerra alla droga, da quarant’anni in verità guerra ai consumatori, che se mai ha raggiunto un obiettivo è stato quello di rendere il mercato illegale di droghe sempre più vasto e con sempre nuovi prodotti. E sempre più desiderabile.