Un agguato in piena regola con bastoni e una pistola quello che è avvenuto nella notte tra 30 e 31 ottobre a Borgo Montello, nelle campagne alla periferia di Latina, dove è morto un bracciante indiano di 29 anni Singh Jaseer, massacrato a colpi di spranga.

Secondo i primi particolari emersi dalle indagini, l’uomo, pestato a morte, stava tenendo una festa nel casolare in via Monfalcone per celebrare la nascita del primo figlio avvenuta in India da pochi giorni fa: cibo, bevande e dolci per festeggiare insieme a dieci amici il felice evento. In tardi serata, il gruppo di amici è stato raggiunto da diverse persone, probabilmente connazionali.

Entrati nell’abitazione dove il 29enne viveva da qualche tempo insieme ad altri braccianti, gli aggressori, tutti con volto coperto, hanno colpito con spranghe di ferro tutti i partecipanti alla festa, tanto da lasciare senza vita Singh Jaseer. Nell’agguato sono stati sparati anche dei colpi di pistola, senza però ferire nessuno. Sul posto sono intervenuti le volanti della Questura di Latina, i poliziotti della Squadra Mobile e il 118. Dieci i feriti ricoverati tra il Goretti e l’ospedale di Anzio, uno è stato trasferito a Roma.

Per gli inquirenti non c’è dubbio: la violenta aggressione appare come una vera e propria spedizione punitiva organizzata e pianificata. Proprio sul movente del raid stanno cercando di fare luce gli investigatori della squadra mobile, che hanno raccolto le testimonianze dei partecipanti alla festa per risalire all’identità degli aggressori, probabilmente connazionali.

Non si escludono le diverse ipotesi, dall’estorsione al caporalato. La polizia scientifica ha sequestrato alcune spranghe rinvenute nell’abitazione e tre bossoli esplosi. Non è stata trovata, invece, la pistola utilizzata per sparare.

Nei prossimi giorni verrà effettuata l’autopsia sul corpo della vittima per stabilire con esattezza le cause della morte e capire quale sia stato il colpo mortale. L’uomo, dai primi accertamenti, sembra sia stato colpito alla testa e quando è stato soccorso in gravissime condizioni presentava un trauma cranico.

Adesso c’è paura tra gli indiani che lavorano nei campi o nel commercio e da anni vivono in zona.

 

 

 

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