A inizio 2023 potrebbe arrivare una nuova modifica del reddito di cittadinanza. Nella notte durante la fase di discussione in commissione Bilancio alla Camera hanno ricevuto il via libera solo una serie di emendamenti tra cui alcuni relativi alla misura di sostegno al reddito. Le novità, come quella annunciata qualche giorno fa dal ministro Giorgetti e decisa dal governo Meloni, sono molteplici. Si parla di un nuovo taglio di un mese all’assegno per gli occupabili, che nel 2023 potranno ricevere l’aiuto solamente fino a luglio, o comunque per un massimo di sette mesi.

Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, mette la firma su quella più controversa: non dovrà infatti più essere “congrua” la prima offerta di lavoro che, nel caso venisse rifiutata, farebbe perdere il diritto al reddito di cittadinanza. L’emendamento votato in commissione Bilancio sopprime de facto la parola dal testo. La differenza sostanziale è che i percettori di reddito che possono lavorare potrebbero perdere l’aiuto ben prima del previsto.

Nella già ampliamente modificata ultima versione del reddito di cittadinanza rimaneva stabilito che fosse congrua l’offerta che considera le esperienze e competenze maturate e anche la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento: entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici. Cancellando questo passaggio il potenziale percettore di reddito può ricevere un’offerta dall’altra parte dell’Italia per una mansione completamente diversa dal proprio percorso professionale e se non la dovesse accettare perderebbe il sostegno immediatamente. Un aut aut.

Dall’inizio dell’anno nuovo, inoltre, per i beneficiari del reddito di cittadinanza di età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno terminato la scuola dell’obbligo, l’erogazione del beneficio è legata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di formazione. O che comunque siano funzionali all’adempimento dell’obbligo scolastico. L’idea di Valditara di togliere il reddito a chi non ha terminato la scuola dell’obbligo è in sostanza passata.

Riccardo Annibali

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