Sarà un autunno migliore di quello che chi si aspetta. E poi è improprio parlare di seconda ondata perché la fase epidemica è sostanzialmente finita. E le scuole sono il posto più sicuro dove possono stare i nostri figli. Il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs e unico italiano membro del Comitato di redazione delle riviste The Lancet e New England Journal of Medecine, prova a buttare acqua sul fuoco dell’allarmismo da coronavirus in un’intervista sul Corriere della Sera. E cita proprio uno studio di Lancet secondo il quale “nella prima quindicina di maggio del 2020, nella seconda e in tutto giugno, non ci sia stato eccesso di mortalità rispetto all’anno precedente”.

Ora l’Italia è nella “fase della sorveglianza, che comprende la ricerca accurata dei contatti di persone positive al tampone”, dice Remuzzi. E argomenta citando l’1,5% degli ottomila posti occupati al momento in terapia intensiva. E le statistiche secondo le quali “il rischio di infettarsi è simile a quello di cadere in motorino e minore di quelli che si corrono durante un’immersione subacquea. Quarantaquattro probabilità su un milione. E all’interno di questo dato, una possibilità su cento di morire, e una su cento di avere danni a lungo termine. A febbraio e marzo era ben diverso”. Non bisogna quindi confondere i contagi con la gravità della malattia, anche perché ormai abbiamo “test capaci di rilevare anche la presenza di Dna virale, ma non è detto che appartengano ancora a un virus capace di contagiare”.

LA SCUOLA – È fuori luogo per Remuzzi anche l’eccessiva preoccupazione per la riapertura delle scuole. E le “speculazioni inutili” sul tema più delicato in questa fase dell’emergenza. Gli istituti starebbero riaprendo “in condizione di grande sicurezza” poiché “abbiamo il distanziamento, abbiamo le mascherine. Abbiamo comportamenti da adottare. Abbiamo professori che dovrebbero essere sensibilizzati, perché la fase di sorveglianza include anche loro. Abbiamo tutto. Non serve nient’altro. Abbiamo persino capito che la scuola all’aperto, o con le finestre aperte, si può fare”. Da mettere in conto, tuttavia, anche l’eventualità che alcuni plessi chiudano, causa contagi, senza però “creare altre psicosi” poiché “fa parte della sorveglianza”.

L’IMMUNITA’ – L’immunità, invece, si creerà “con le nostre cellule della memoria, grazie a proteine di altri virus, anche quello del raffreddore, oppure a vaccinazioni che già abbiamo fatto”, aggiunge Remuzzi citando un lavoro di Science e una pubblicazione americana sulla base di uno studio condotto su 137mila persone che prova come “le vaccinazioni somministrate negli ultimi cinque anni, si associano a una riduzione dei tassi di infezione SARS Cov-2”. A garantire “una protezione del 30-40 per cento” sono più o meno tutti i vaccini: poliomielite, pneumococco, tubercolosi, varicella, parotite, morbillo, rosolia e anche l’influenzale, se fatto negli ultimi cinque anni. L’autunno, comunque, sarà “migliore di quel che molti pensano, a patto di usare il buon senso, mascherine, distanziamento, e rimettere nel cassetto ansia e isteria”.

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