Cronaca
Retata antidroga contro i Bellaggiò, 22 arresti: fiumi di coca e hashish ‘ordinati’ al telefono

Una maxi operazione antidroga è stata condotta da questa notte fino alle prime luci del mattino dai carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). I militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di 22 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita all’acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish.
IL BLITZ TRA CASERTA E NAPOLI – Il blitz condotta dalla Sezione Operativa del N.O.R di Santa Maria Capua Vetere ha avuto luogo tra Santa Maria Capua Vetere, Somma Vesuviana (Napoli), Massa di Somma (Napoli), Marano di Napoli e Napoli. L’attività di indagine è stata avviata nell’ottobre 2016 attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, dichiarazioni rese dagli acquirenti e da uno degli indagati, nonché da servizi di osservazione, perquisizioni, sequestri e quattro arresti in flagranza di reato.
IL RUOLO DEI BELLAGGIO’ – L’indagine coordinata dalla DDA di Napoli ha permesso di individuare un’organizzazione criminale riconducibile alla famiglia Del Gaudio (Bellaggiò), operativa nel territorio di Santa Maria Capua Vetere, dedita all’acquisto, detenzione e cessione di cocaina ed hashish. All’interno della famiglia c’erano quindi due sottogruppi riconducibili a due dei fratelli che, pur condividendo le vicende riguardanti al reperimento della droga da immettere sul mercato, provvedevano autonomamente a collocare gli stupefacenti presso i diversi spacciatori.
LA GESTIONE DELLO SPACCIO – L’inchiesta ha appurato anche l’organizzazione dello spaccio. I pusher, vincolati all’acquisto della droga da spacciare dal gruppo dei Del Gaudio ed al prezzo imposto dalla famiglia, provvedevano poi a distribuirla ai propri clienti attraverso il sistema del lavoro “a privato”, cedendo le singole dosi di stupefacenti a favore di clienti consumatori dietro ordinazioni a mezzo telefono. La consegna degli stupefacenti, tramite acquisizione del prezzo pattuito, avveniva in luoghi concordati del comune sammaritano come l’esterno dell’Anfiteatro Campano e noti bar della città, oltra a paesi limitrofi. L’indagine ha permesso inoltre di riscontrare come uno dei partecipi, uomo di fiducia del capo-promotore, si occupasse anche di recuperare le somme inerenti alla cessione dello stupefacente dai singoli pusher.
IL LINGUAGGIO IN CODICE – I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale, decodificato dai arabinieri (la droga veniva indicata facendo ricorso a termini del tipo “auto”, “macchine”, “scarpe”, “tuta”, “telefoni”), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.
I SEQUESTRI – Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, sono stati sottoposti a sequestro preventivo ai fini di beni riconducibili a dieci degli indagati, COME conti correnti, conti deposito, contratti assicurativi ed un’auto.
L’ULTIMO ARRESTO – L’ultimo indagato si è consegnato spontaneamente nel pomeriggio, presentandosi presso il Comando dell’Arma. L’uomo infatti non era reperibile questa mattina, durante le operazioni di cattura eseguite dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere. Dopo aver espletato le formalità di rito l’indagato è stato tradotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
© Riproduzione riservata