Una vicenda oscura e intricata quella dell’omicidio nel condominio di via del Ciclamino. Periferia di Rimini: 300 residenti, 80 appartamenti, 8 rampe di scale che scendono sottoterra fino ai box. Ed è qui che si è consumato il delitto di Pierina Paganelli, 78enne uccisa con 17 coltellate il 3 ottobre. Qui tutti sanno tutto di tutti eppure nessuno ha visto nulla, nessuno ha sentito nulla. Le immagini di una telecamera riprendono l’auto della donna che scende nei box alle 22.08, dietro di lei due ombre che si dirigono verso il portone della palazzina. Poi un urlo che squarcia il silenzio registrato dalla telecamera di un box auto privato. 

Fin dai primi giorni i contorni del delitto appaiono oscuri e dagli investigatori viene privilegiato l’ambito familiare. La mattina del 4 ottobre Manuela Bianchi, nuora della vittima, scopre il cadavere tra le due porte tagliafuoco del garage del condominio e chiama 112 e 118. Ora il dettaglio che potrebbe avvalorare il contesto familiare. Manuela e Louis infatti, amici intimi e vicini di casa, comunicavano con ‘pizzini’ infilati sotto la porta: “Ci spiano”.  Foglietti scritti a mano che Louis Dassilva, cittadino di origine senegalese, vicino di casa di Pierina Paganelli, ha infilato sotto la porta di Manuela Bianchi, nuora della vittima.

Perquisizioni e sopralluoghi sono stati effettuati nelle abitazioni di Manuela Bianchi e del fratello Loris, oltre che in quella della coppia di vicini di casa, Louis Dassilva, appunto e la moglie Valeria Bartolucci. In particolare, Dassilva che avrebbe avuto una relazione sentimentale con Bianchi, si sarebbe ad un certo punto insospettito e credendo di essere ascoltato dalla polizia ha scritto su foglietti di carta per avvisare Manuela. ‘Pizzini’ che quindi la polizia ha trovato in casa della donna e attribuito appunto al cittadino senegalese.

Nonostante l’interesse mediatico nei confronti del delitto del condominio del Ciclamino resti alto, gli inquirenti riminesi mantengono il più stretto riserbo, mentre sia Loris sia Manuela ai microfoni dei cronisti si sono detti sereni e sicuri della propria innocenza. Anche i legali dei figli di Pierina Paganelli, Monica e Marco Lunedei hanno sempre trasmesso la convinzione dei familiari dell’innocenza della nuora. Riscontri oggettivi, al di là delle convinzioni personali, arriveranno dagli accertamenti del Dna sul corpo della vittima, tamponi sono stati effettuati su Manuela e il fratello Loris così come su Dassilva e la moglie. 

Redazione

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