Tornare alla normalità è il sogno di tutti, ma per quello bisognerà ancora a spettare. Nuove regole potrebbero però permettere la riapertura graduale “anche nei territori con scenari epidemiologici ad alto rischio”, a partire da maggio. È questo di cui si parlerà durante l’incontro delle regioni con il Governo.

Aprire agli spostamenti tra regioni

La prima richiesta dei governatori è il consentire lo spostamento tra le regioni, almeno tra le gialle. Su questo è stato esplicito il presidente della Liguria Giovanni Toti: “Gli alberghi e le altre strutture sono aperti ma se le persone non possono spostarsi sono destinati al fallimento”.

Riapertura dei ristoranti e bar: distanziamento e prenotazioni, ok ai buffet

Si punta a riaprire i ristoranti anche in zona rossa. La proposta è quella di incentivare le misure già in essere in zona gialla “con strategie di screening/testing”. Quindi misurazione della temperatura all’ingresso, divieto di assembramento davanti ai locali, ingresso su servizio prenotazione (non obbligatorio). “È comunque consentito l’accesso, anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano…”. La misura su cui i governatori puntano è il distanziamento dei tavoli che devono essere disposti ”in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, dehors)”.

Poi l’obbligo di mascherina in tutti gli spazi salvo a tavola, menu digitale o in stampa plastificata, disinfezione delle superfici dopo ogni servizio. Per i locali che non prevedono posti a sedere invece l’accesso per i clienti sarà a un “numero limitato di clienti per volta”, assicurando la distanza di 2 metri tra le persone anche per le consumazioni al banco. Va privilegiato “ove possibile” l’uso di spazi esterni e incentivata l’apertura di porte e finestre. L’aria condizionata si può usare solo escludendo la modalità i ricircolo. Via libera anche al buffet, purchè servito e i clienti mantengano la mascherina.

Riapertura di palestre e piscine: 2 metri di distanza tra gli atleti e 7mq di acqua a persona in vasca

Per riaprire la proposta è contingentare gli ingressi magari agevolando le prenotazioni e stabilire regole ferree per evitare gli assembramenti. Spazi, spogliatoi e docce vanno organizzati in modo da garantire la distanza di 2 metri, che può diventare 1 quando non si svolge attività fisica. Le macchine delle palestre devono essere disinfettate dopo ogni uso. Porte e finestre devono restare aperte “il piu possibile”.

La densità di affollamento in vasca “è calcolata con un indice di 7mq di superficie di acqua a persona”, quindi ridotta rispetto ai 10 metri consentiti quando le piscine erano state riaperte. Nelle aree verdi e nelle aree solarium deve essere garantita una superficie di 10 mq per ogni ombrellone e la distanzia di 1 metro tra lettini e sdraio. Prima di entrare in vasca è obbligatoria la doccia saponata. “È obbligatorio l’uso della cuffia, è vietato sputare, soffiarsi il naso, urinare in acqua”. I frequentatori “devono rispettare rigorosamente le indicazioni di istruttori e assistenti ai bagnanti. I gestori dovranno privilegiare gli accessi tramite prenotazione e, ove possibile, provvedere a una segnaletica che, anche attraverso monitor o maxi schermi, faciliti gli spostamenti, la gestione dei flussi e il rispetto delle regole. Il distanziamento dovrà essere di due metri: ad esempio prevedendo postazioni d’uso alternate o separando le postazioni con apposite barriere”.

Riapertura di cinema, spettacoli e concerti

Per riaprire sale cinema e spettacoli le parole d’ordine sono distanziamento di almeno 1 metro e l’utilizzo delle prenotazioni. Potrà essere rilevata la temperatura e vietato l’ingresso con febbre oltre 37,5. La cassa deve essere dotata di barriere fisiche. Non si può assistere agli spettacoli in piedi e i posti a sedere vanno distanziati lasciando “almeno 1 metro” tra uno spettatore e l’altro “sia frontalmente che lateralmente” con mascherina obbligatoria. Se viene lasciata la facoltà di non indossare la mascherina quando si sta seduti, la distanza è raddoppiata a 2 metri. Porte e finestre devono essere lasciate aperte il più possibile. Nei guardaroba, indumenti e oggetti personali “devono essere riposti in sacchetti porta abiti”.

Particolari misure sono previste per gli orchestrali, che devono mantenere la distanza di almeno un metro dagli altri musicisti. Per gli strumenti a fiato la distanza aumenta a 1,5 metri e il direttore deve stare a 2 metri dai professori d’orchestra. “Per gli ottoni ogni postazione dovrà essere provvista di una vaschetta per la raccolta della condensa, contenente liquido disinfettante”. Gli orchestrali dovranno evitare l’uso di spogliatoi promiscui.

La misura chiave è la distanza interpersonale anche durante le prove, nelle aree trucco, nel laboratori sartoriali etc. “L’uso promiscuo dei camerini è da evitare salvo assicurare un adeguato distanziamento interpersonale unito a una adeguata pulizia delle superfici”. Artisti e personale devono indossare la mascherina “quando l’attività non consente il rispetto del distanziamento”. Per manipolare gli oggetti di scena, gli attori devono indossare i guanti. I costumi di scena non possono essere condivisi se non vengono prima igienizzati.

La proposta delle regioni riconosce che nella danza è complicato usare mascherine e applicare il distanziamento per cui nella bozza è scritto che “devono essere prese in considerazione anche altre misure di mitigazione” definite alle singole compagnie e assimilabili a quelle delle palestre e degli sport di squadra. In particolare vanno attuate “riduzione del numero totale delle persone”, anche grazie a turni, riorganizzazione delle attività “anche con collegamento a distanza” e obbligo per i danzatori di indossare la mascherina e mantenere la distanza di almeno un metro “quando non direttamente impegnati in allenamento/spettacolo”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.