Tensione in Africa centrale
Rivolta in Niger, presidente Bazoum in ostaggio dei militari: nel Paese c’è la missione italiana
A Niamey, la capitale del Niger, dopo una notte in cui molti mezzi militari si muovevano, questa mattina la guardia presidenziale ha bloccato gli accessi al palazzo e ha preso in ostaggio il presidente Mohamed Bazoum. Le notizie sono ancora frammentarie e contraddittorie, ma tutto sembra essere nato dal tentativo di destituire dal comando della guardia il generale Omar Tchiani. Tchiani, già in carica anche sotto il precedente capo di stato nigerino, non ha accettato questo cambio al vertice e ha tentato il colpo di mano.
Il numero di militari coinvolti in questa operazione non è ancora noto, ma fonti governative sostengono che il presidente Bazoum stia bene e sia insieme ad alcuni consiglieri, compreso il suo aiutante di campo militare. Il Niger non è nuovo ai tentativi di colpo di stato, il 31 marzo del 2021, pochi giorni prima dell’insediamento di Mohamed Bazoum, alti ufficiali nigerini tentarono di rovesciare il presidente uscente Mahamadou Issoufou.
Il Niger resta uno dei pochi stati dell’Africa centrale con un governo civile, nato dopo elezioni regolari. Negli ultimi tre anni i militari hanno preso il potere in Mali, Burkina Faso e Guinea ed il contagio minaccia anche Niger e Senegal, gli ultimi stati ancora in mano a governi regolarmente eletti.
A Niamey sono presenti diverse missioni militari europee, compresa la Misin, la Missione Italiana Bilaterale di Supporto nella Repubblica del Niger, con alcune centinaia di soldati italiani. Mentre voci locali parlano di un’intensa trattativa fra Bazoum e gli ufficiali golpisti, resta da capire se questo colpo di stato sia dovuto a malumori interni nigerini o se ci sia dietro una mano internazionale come a Bamako e Ouagadougou.
© Riproduzione riservata