Salvini si metta il cuore in pace, cambieremo i decreti sicurezza”. Tanto è bastato dire a Carmelo Miceli, deputato Dem, per finire nella gogna mediatica, con tanti sostenitori dei “Porti chiusi” che ne hanno fatto l’oggetto di una campagna social durata 48 ore e culminata in migliaia di insulti e numerosi episodi di minacce all’indirizzo del parlamentare e della sua famiglia. Carmelo Miceli è l’avvocato penalista – “garantista per nascita” – eletto nelle fila del Pd che siede in commissione Antimafia, Giustizia e Affari Costituzionali. Responsabile Sicurezza per i Dem, è lui a rappresentarli al tavolo della riforma dei Decreti Sicurezza, convocati oggi dalla ministra Lamorgese. Ha preannunciato di voler mettere mano seriamente al dossier sbarchi, e apriti cielo: messo nel mirino dello shitstorming della rete, ha passato giornate intere a fare screenshot, appuntare i nomi, segnalare i profili. E ha depositato la querela formale in queste ore: tra i commenti social c’è anche chi invita a “tagliare la testa” a Micheli.  Al momento non è scattato il protocollo di sicurezza, ma le minacce di morte che gli sono state recapitate parlano di un clima violento che avvelena il confronto.

“La cosa peggiore è quando tutto questo viene stimolato da una parte politica. Io ho espresso più volte solidarietà a Matteo Salvini, quando è stato oggetto di insulti. Lui non ha trovato modo di dissociarsi da quelle schifezze. Io l’ho ritenuto doveroso. Lui non l’ha mai fatto con nessuno”.

Come saranno cambiati i decreti sicurezza?

Oggi, lunedì, si tiene il secondo tavolo di maggioranza dopo quello tenutosi venerdì al Viminale; vogliamo licenziare un testo che andrà in Cdm entro l’eventuale pausa estiva. Corsia veloce, volontà politica chiara da parte del Pd.

E degli altri? Ci sarà dialettica?

L’idea del tavolo di confronto, su input del Presidente del Consiglio, è far arrivare in Cdm un testo preparato e condiviso da tutti i partiti. Inutile negarlo: partiamo da posizioni diverse. Il M5S paga lo scotto di aver contribuito all’approvazione dei decreti che adesso vogliamo superare. Il Pd disse da subito, come precondizione per accettare l’accordo di governo, che i cosiddetti Decreti Sicurezza di Salvini andavano cambiati. Era un lavoro impostato a gennaio, poi il sopravvenire della pandemia e del lockdown ha bloccato tutto.

Siete tornati nel pieno dell’azione di governo, riprendendo l’agenda delle riforme?

Siamo in una fase in cui bisogna provare a ridare un volto nuovo all’Italia, consapevoli che si riparte dalle macerie. E ridare un volto umano, cancellando quei Decreti della vergogna, fa parte della fase di ricostruzione. Bisogna superare la triste dicotomia sicurezza = crudeltà, è doveroso. Cancellare le norme che hanno messo in crisi le leggi del mare – cioè il fatto che chiunque vada soccorso – è un atto di umanità che corrisponde di più a quello che è l’Italia vera.

In cosa sono diverse le posizioni?

I Cinque Stelle vogliono fermarsi ai semplici rilievi del Quirinale. Noi invece crediamo ci sia la grande occasione per andare oltre, fare un lavoro che riesca a dare l’avvio di una fase nuova. Siamo fortemente convinti che il problema non sia semplicemente gradare le sanzioni amministrative per le ong, mantenendo la confisca alla prima ipotesi di illecito amministrativo. Noi riteniamo piuttosto che abbia senso eliminare le criminalizzazioni gratuite, prevedere l’obbligo di comunicazione sin da subito, all’atto dell’avvistamento e prima del soccorso, non solo alle autorità italiane ma anche allo Stato di bandiera, in maniera tale che le ong comunicando l’intervento anche allo Stato di bandiera, consentano al meccanismo europeo  ridistribuire da subito il carico dei migranti, la cui presa in carico non può finire tutta sull’Italia.

Lotta dura contro gli scafisti, comunque.

E contro ogni forma di criminalità organizzata che specula sulla disperazione della gente. Noi avevamo detto che lo smantellamento del sistema degli Sprar avrebbe prodotto una massa di soggetti senza volto e senza identità. Con il lockdown questo si è plasticamente dimostrato, gli italiani chiusi in casa hanno evidenziato quali e quanti fantasmi, non controllati e non censiti, girano per le nostre città da quando esistono i Decreti Salvini.

Seconda accoglienza. Vuole ripristinare il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, lo Sprar?

Abbiamo bisogno di creare luoghi in cui la clandestinità viene controllata e gestita. E impedire alla criminalità organizzata di arruolare personale a basso costo. Perché se alimentiamo una latitanza costante di centinaia o migliaia di migranti, alimentiamo il lato oscuro del Paese.

Un guizzo vitale da parte del Pd. E’ l’inizio di una fase nuova?

Non siamo al governo per galleggiare, ma per assumerci delle responsabilità. Attraverso iniziative che ci identifichino e che facciano capire chiaramente che non c’è più Salvini. Questa vitalità si nota adesso ma è figlia di un percorso lungo, culminante oggi con l’esigenza di contribuire all’azione di governo con maggiore smalto.

Eppure siamo in campagna elettorale permanente, come dimostra l’attacco nei suoi confronti, in rete, di certe tifoserie.

E’ risibile sentir dire a Salvini che non partecipa ai tavoli, come agli Stati Generali, perché deve lavorare. Salvini ha il 90% delle assenze dall’attività parlamentare perché è impegnato in una campagna elettorale permanente. Se mi additano al pubblico ludibrio lo prendo come un segnale: vuol dire che stiamo colpendo nel segno.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.