Da Samuel Beckett a Marcel Proust, i più grandi scrittori mondiali si sono misurati con il concetto dell’attesa. Se quello di Proust è un tempo nostalgico, il Godot di Beckett diventa la metafora di un’esistenza caratterizzata dall’incertezza. Libri che i cittadini italiani possono recuperare nelle infinite liste d’attesa del servizio sanitario nazionale. 498 giorni di attesa per un’ecografia all’addome, 394 giorni per una visita ginecologica nell’Azienda universitaria Friuli Centrale, 427 giorni per una visita cardiologica nell’Azienda sanitaria 3 ligure. È la fotografia – per nulla edificante – scattata da Cittadinanzattiva, che si è concentrata sull’analisi dei tempi di attesa di sei prestazioni in tutte le Regioni: prima visita cardiologica, prima visita pneumologica, prima visita ginecologica, prima visita oncologica, ecografia addome completo e mammografia. Indagine complessa perché solo 9 Regioni su 20 forniscono l’aggiornamento a giugno 2024 (Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta, Umbria, Friuli, Calabria e Alto Adige); la Lombardia e il Piemonte forniscono dati aggiornati a giugno soltanto per alcune Asl; le restanti li forniscono aggiornati al massimo a maggio 2024, in Molise i dati sono fermi al 2023.

Il Piano nazionale

Il Piano nazionale di governo delle liste di attesa 2019-21 divide le prestazioni sulla base della classe di priorità. Classe U (urgente): da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore; classe B (breve): da eseguire entro 10 giorni; Classe D (differibile): da eseguire entro 30 giorni per le visite, entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; classe P (programmata): da eseguire entro 120 giorni. Da Nord a Sud emergono prestazioni buone o ottime e altre che non rispettano la soglia del 90% di prestazioni erogate entro i tempi previsti dal Pngla (Piano nazionale di governo delle liste di attesa 2019-21). In alcuni casi le tempistiche sono rispettate per una percentuale al di sotto del 20%. In Friuli-Venezia Giulia tutte le prestazioni oggetto di indagine vengono erogate ben oltre i giorni previsti; in Veneto invece i tempi sono rispettati per tutte le prestazioni e tutte le priorità.

Anche all’interno dello stesso territorio i dati sono estremamente variabili: in Abruzzo l’Asl 1 di Pescara ottiene risultati ottimi per le visite oggetto dell’indagine sia per la classe B che per la D, mantenendosi stabilmente sulla media di circa il 90% delle prestazioni erogate nei tempi stabiliti (dati di maggio 2024). L’Asl di Pescara ottiene risultati peggiori nella classe P, con una media del 62% e un picco minimo del 33,8% per quanto riguarda l’ecografia addome completo. In Umbria si va dal 38% di prestazioni di ecografia addome completo in classe B erogate nei tempi previsti dal codice di priorità al 100% per la visita oncologica in classe D e P. In Puglia per una visita pneumologica in classe B si passa dal picco minimo del 9,2% nell’Asl di Bari (a febbraio 2024) al rispetto del 100% dei tempi per la stessa prestazione nello stesso periodo nell’Asl di Lecce; sempre nella Asl di Lecce però soltanto il 38% delle visite cardiologiche in classe D e P è erogato nei tempi stabiliti, mentre per le altre visite messe sotto la lente i tempi sono rispettati mantenendo però una media vicina al 90% nelle diverse classi di priorità.

Il codice di priorità

La stessa Asl, per una medesima prestazione, mantiene performance molto differenti a seconda del codice di priorità: è il caso ad esempio della Asl di Caserta, dove le mammografie con priorità B vengono garantite nei tempi previsti di 10 giorni solo nel 33%, mentre tutte quelle con priorità D sono erogate entro i canonici 60 giorni. Se si passa al codice P, la Asl in questione ne garantisce il 67% nel termine di massimo 120 giorni. Lo stesso avviene nelle Marche, dove quasi il 100% delle prestazioni programmabili sono erogate entro i richiesti 120 giorni tranne la mammografia (per la quale il 60% supera i tempi previsti).

Quanto aspettano gli italiani per le visite

Il confronto svolto da Cittadinanzattiva con una precedente indagine condotta a luglio 2023 su cinque Regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia e Puglia) ha evidenziato luci e ombre con un sostanziale equilibrio tra miglioramenti e peggioramenti: nell’Asl Roma 4 aumento del 25% (dal 41% di luglio 2023 al 65,4% di giugno 2024) di visite cardiologiche in classe B erogate entro i 10 giorni previsti; nell’Asl di Bari aumento del 53% (dal 32,1% all’85%) di mammografie in classe B erogate nei tempi previsti; nell’Ausl di Reggio Emilia aumento del 55% (dal 39% al 94,7%) di tempi rispettati per una visita pneumologica; nell’Asl Ligure 1 per un’ecografia addome completo si è passati dai 5/21/24 giorni di attesa nel 2023, rispettivamente per le classi B, D e P, ai 2 giorni del 2024. Questi ottimi risultati però vengono bilanciati dai peggioramenti, come ad esempio: 427 giorni registrati nell’Asl Ligure 3 per una visita cardiologica di classe P rispetto ai 6 necessari nel 2023; nell’Asl Viterbo per una visita pneumologica in classe B si è passati dal 100% di prestazioni erogate nei tempi previsti nel 2023 ad appena il 42% (-58%); nell’Ausl di Parma il 12% in meno delle visite cardiologiche sono erogate nei tempi previsti (dal 93% del 2023 all’80,7% del 2024). Speriamo che i cittadini riescano a finire presto i libri da leggere; il rischio è quello vissuto dai protagonisti di “Aspettando Godot”, che aspettano un personaggio misterioso che non arriva mai.

Francesco Rosati

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