Il 46enne dovrà rimanere in Africa per le sue cause
Scarcerato Marco Zennaro, l’imprenditore detenuto da 70 giorni in Sudan: “Ai domiciliari in albergo”
È stato scarcerato Marco Zennaro, l’imprenditore italiano arrestato in Sudan e detenuto da oltre due mesi per una vicenda dai tanti dettagli e contorni oscuri, o quanto meno ancora da chiarire. Il 46enne è stato trasferito agli arresti domiciliari in albergo. Lo riporta l’Ansa riportando fonti del ministero degli Esteri. L’uomo, originario di Venezia, era arrivato nel Paese africano per risolvere una vertenza commerciale. Dovrà restare in Sudan per affrontare le cause che lo vedono coinvolto. La scarcerazione è maturata in un lungo e complesso negoziato che ha coinvolto anche la diplomazia della Chiesa e il Presidente italiano Mario Draghi.
Una vicenda piuttosto ingarbugliata, quella di Zennaro, che in dichiarazioni esclusive al Corriere della Sera aveva raccontato le sue condizioni e lanciato un appello: “Mi hanno fatto attraversare il settore degli omicidi, spacciatori e criminali: un inferno di 700-800 corpi ammassati uno a ridosso dell’altro. Alla fine mi mettono nella sezione di reati penali con giustificazione finanziaria. Ci saranno 200 persone. Mi hanno preso in cura tutti i miei nuovi compagni perché hanno detto di aver visto un morto. Sono ostaggio di un sistema senza regole. Vi prego riportatemi a casa dalla mia famiglia”.
L’azienda veneta per la quale lavora il 46enne è attiva sul territorio da 25 anni e intrattiene rapporti commerciali con il distributore locale, la ditta Al Gallabi, il cui titolare Ayman Gallabi aveva lamentato a metà marzo una partita di trasformatori elettronici non conforme agli accordi. Una fornitura destinata alla Sedc (Sudanese Electricity Distribution Company) dal valore di oltre un milione di euro. La Sedc è diretta da un parente stretto del generale Mohammed Dagalo, vice presidente del governo di transizione del Sudan che nel 2019 ha deposto Omar Al-Bashir, al potere per 30 anni. Quando Zennaro è arrivato in Sudan per dirimere la questione ha trovato in albergo miliziani armati.
La disputa sembrava inizialmente risolta con un indennizzo di 400mila euro al distributore locale. Quando il primo aprile stava per rientrare in Italia Zennaro è stato però fermato e prelevato in aeroporto e trasferito in commissariato. È stato denunciato penalmente e civilmente di frode dalla Sedc, con la quale Zennaro non aveva mai trattato direttamente. L’incubo dell’imprenditore è continuato con un ritrovamento inquietante: il 22 maggio il cadavere di Gallabi, il distributore, è stato pescato nel Nilo.
Martedì 1 giugno il 46enne è stato trasferito da una cella di sicurezza di un commissariato al carcere. Era stato prigioniero per 62 giorni e altrettante notti. A guidare la missione della Farnesina Luigi Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero. Un giudice di Khartum aveva intanto respinto la richiesta di arresti domiciliari in albergo. Non è chiaro se qualcuno sia al corrente o abbia mai visto i trasformatori che hanno innescato la vicenda.
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