Le 363 pagine del rapporto investigativo sull’iconica MET, la polizia metropolitana di Londra nota anche come Scotland Yard, dal nome della sede originale del corpo di polizia, si concludono con una richiesta senza mezzi termini: senza una seria riforma interna, è raccomandato lo scioglimento.

Potrebbe concludersi così la secolare storia della polizia metropolitana londinese, travolta da anni di scandali. A questa raccomandazione è arrivata infatti Louise Casey, baronessa e membro della Camera dei Lord, incaricata due anni dalla stessa MET di mettere nero su bianco un rapporto sul comportamento e sulla ‘cultura interna’ al corpo di polizia della città di Londra.

Una questione diventata necessaria dopo il caso di Sarah Everard, la giovane donna rapita, stuprata e uccisa da un agente di Scotland Yard poi condannato all’ergastolo. La brutale morte di Everard per mano dell’ex agente Wayne Couzens, avvenuta nel marzo 2021, aveva infatti acceso il dibattito a livello nazionale sui comportamenti tenuti dagli agenti della MET, accusata nell’esteso rapporto di essere sostanzialmente “marcia”, in cui la discriminazione, il razzismo, la misoginia, sono pratiche di routine e sistemiche.

Nel rapporto messo a punti dalla commissione d’inchiesta coordinata da Louise Casey si susseguono e documentano numerosi episodi di molestie sessuali interne alla Metropolitan Police, molti dei quali lasciati impuniti e non perseguiti. I dati sono allarmanti: il 12 per cento delle agenti di sesso femminile ha sostenuto di aver subito molestie o aggressioni al lavoro, con un caso estremo in cui una poliziotta stuprata da un collega è stata poi costretta a lavorare al suo fianco.

Non va meglio agli agenti che fanno parte di “minoranze”: il 30 per cento degli agenti LGBT+ racconta di essere stato bullizzato per il proprio orientamento sessuale, tra coloro che professano la fede musulmana c’è il caso di un agente che ha rivelato di trovato i propri stivali riempiti di pancetta (i musulmani non mangiano il maiale, ndr), mentre ad un agente sikh è stata forzatamente rasa la barba (nella religione sikh gli uomini portano tradizionalmente la barba lunga o comunque non rasata).

In generale il rapporto mostra nella MET segni della stessa “malattia” statunitense, un razzismo sistemico dovuto anche ad un corpo di polizia che resta ancora oggi prevalentemente bianco, che mostra una “forza strabiliante” contro i neri e mostra una “volontaria cecità” nei confronti del razzismo a tutti i livelli.

Tutti fattori che, assieme anche alle sempre più scarse risorse economiche di cui dispone Scotland Yard, con l’incredibile questione dei frigoriferi per la conservazione delle prove “sovraccarichi, fatiscenti o rotti” comportando così anche l’archiviazione di alcuni casi di stupro, hanno comportato un calo di fiducia sempre più evidente tra i sudditi di Sua Maestà.

Ormai, evidenzia Casey nel dossier, appena il 50% della popolazione londinese e solo una minoranza fra le donne si fida di Scotland Yard, minando così i rapporti col corpo di polizia della città. Il capo della polizia, Sir Mark Rowley, non ha potuto che scusarsi coi cittadini della capitale britannica, ma il segnale più grave e inaspettato è arrivato dal governo conservatore, solitamente “vicino” alle forze dell’ordine.

Il primo ministro Rishi Sunak in un’intervista televisiva ha affermato che “chiaramente la fiducia nella polizia è stata gravemente danneggiata”, mentre la deputata conservatrice Caroline Nokes, presidente della commissione parlamentare sulle donne e l’uguaglianza, ha ventilato la “quasi inevitabilità” dello scioglimento di Scotland Yard.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia