Perché l’Asl Napoli 1 decide di spendere sei milioni di euro in più (sei!!!!) rispetto alla cifra che spende adesso per i servizi di pulizia e sanificazione? Cioè, perché decide di togliere la commessa a due aziende: la Romeo Gestioni, che per trasparenza ricordiamo essere una delle società del gruppo Romeo che fa capo all’editore di questo giornale, e alla CM Service? Questa domanda è una delle tante “stranezze” oggetto del ricorso presentato al Tar Campania il 31 maggio dalla Romeo Gestioni contro l’azienda sanitaria guidata da Ciro Verdoliva.

Ricorso presentato a pochi giorni dalla scadenza dei contratti (l’Asl Napoli 1 ha fatto sapere che i contratti con entrambe le aziende cesseranno lunedì 6 giugno). Ed è proprio ciò che l’azienda chiede: l’annullamento previa sospensione, anche monocratica delle determine che hanno portato l’azienda sanitaria a comunicare la fine del contratto. Perché le cose proprio non tornano e soprattutto non torna questo: possibile che la pubblica amministrazione possa spendere sei milioni di euro in più, sei milioni non sei euro in più, per dei servizi che ha già a un costo nettamente inferiore nel silenzio generale? Possibile che nessuno dica niente? Possibile che è una situazione sulla quale non interviene nessuno? Qualcuno sì, il Consiglio di Stato.

Ripercorriamo la vicenda fino ad arrivare al ricorso dal quale siamo partiti. Nel dicembre 2020 l’azienda sanitaria firma due contratti di appalto (sempre relativi alla pulizia e alla sanificazione), uno con CM Service per il lotto numero 1 (da 80 milioni di euro) e l’altro con Romeo Gestioni per il lotto numero 2 Ospedale del Mare (da circa 30 milioni di euro). Appalto che parte regolarmente con le aziende che erogano i servizi di pulizia. A questo punto una delle consorziate CSI (la EPM) in virtù della convenzione Consip fa ricorso prima al Tar Campania e poi al Consiglio di Stato alludendo a un conflitto di interessi tra il direttore generale Ciro Verdoliva e una delle aziende vincitrici. Il Consiglio di Stato allora dispone il rinnovo solo di una fase della gara. L’Asl Napoli 1, quindi, da direttive emanate dal Consiglio di Stato avrebbe dovuto rifare parzialmente la gara e a giudicare le aziende concorrenti (le stesse che hanno partecipato alla prima gara) ci sarebbe dovuta essere una nuova commissione. Tutto questo non avviene.

Anzi, l’Asl fa sapere di aver aderito alla Convenzione Consip, non ottemperando a ciò che il Consiglio di Stato aveva chiesto di fare. A questo punto c’è un ricorso da parte delle aziende coinvolte con il presidente della III sezione del Consiglio di Stato, su istanza di Romeo Gestioni e di CM, che lo scorso 24 maggio impone all’ASLNA1 di presentare entro il termine di trenta giorni “una documentata relazione, da cui si possano desumere le iniziative volte a dare esecuzione al giudicato”. Mentre aspettiamo il 24 giugno però c’è un’altra scadenza, più vicina: il 6 giugno. E su questo verte il secondo ricorso presentato dai legali della Romeo Gestioni. Ricorso che nel chiedere che l’Asl sia illegittima a interrompere il contatto il 6 giugno, sottolinea chiaramente che “la decisione di accoglimento della censura ha dunque prioritariamente vincolato l’Asl Napoli 1 a procedere, in via conformativa, alla rinnovazione parziale della gara che comporta la nomina di una nuova commissione giudicatrice e la ripetizione della fase di valutazione delle offerte con conseguente nuova aggiudicazione del servizio.

Inoltre, la medesima sentenza all’obbligo prioritario di rinnovazione della gara ribadisce che l’Asl Napoli 1 prima di aderire alla convenzione Consip “è tenuta a verificare la convenienza economica nel rapporto qualità-prezzo con i contributi d’appalto medio tempore stipulati”. In conclusione, ad oggi non ha ripetuto la gara come da ordine del Consiglio di Stato e ha aderito a Consip senza equiparare i prezzi e la qualità delle aziende con quelle della convenzione stessa. In sintesi, ha violato entrambi i dicta del Consiglio di Stato andando a spendere sei milioni di euro in più. Nessuno dice niente? Il presidente della regione Vincenzo De Luca non sa nulla di questa storia?

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.