Il tema è delicato, secondo taluni coinvolge la libertà di opinione. Non solo. Investe uno dei punti cardine della chiesa cattolica: espressioni della Sacra Scrittura e della tradizione ecclesiale considerano la differenza sessuale secondo una prospettiva antropologica che la chiesa non può cambiare perché derivata dalla rivelazione divina. Mettiamo ordine facendo notare che la legge di Dio non è stata ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

1. La nota della Santa Sede è un atto improprio. Se si riteneva fosse stato leso il concordato, si poteva attivare la forma prevista della collaborazione.
2. L’art. 4 della legge Zan prevede la libertà di opinione. Se un sacerdote sostiene che il matrimonio è solo tra un uomo e una donna non potrà essere criminalizzato. Una cosa è istigare alla discriminazione, altro sostenere le proprie idee. Va detto in chiaro: le idee si combattono ma non col codice penale.
3. La pretesa violazione di alcune norme del concordato sembra nasconda il desiderio della chiesa di ritrovare l’unità interna attorno ai capisaldi della tradizione. Ieri contro divorzio e aborto, oggi contro la legge Zan.
4. Le scuole cattoliche potranno non celebrare la giornata contro l’omofobia, ma non hanno il diritto di vietare alla scuola pubblica di celebrare quella giornata.

Forse c’è un modo per garantire l’approvazione della legge mantenendone integro il contenuto e precisando al contempo le garanzie di libertà da taluni ritenute troppo vaghe all’art. 4. I capigruppo di maggioranza di Senato e Camera concordino la modifica dell’art. 4 e dell’art. 7, il Senato approvi rapidamente il testo corretto con l’impegno che Montecitorio farà altrettanto prima della chiusura estiva delle due Camere. A garanzia del percorso pattuito, il Governo potrebbe addirittura porre la fiducia in terza lettura (è già avvenuto di recente con il governo Renzi su questioni inerenti i diritti civili). È la strada maestra per mettere in chiaro le zone in ombra. Chi sostiene di non voler affossare la legge ma pretende solo di modificarla per precisarne i punti inesatti verrebbe accontentato. Se diversamente si trattasse di escamotage, allora l’appello alla sovranità dell’aula con la rapida calendarizzazione della legge sarebbe inevitabile.

Riccardo Nencini, Enzo Maraio

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