Nel Sì&No del giorno del Riformista spazio al dibattito sul mercato tutelato: il governo dovrebbe prorogarlo? Marco Simiani, Capogruppo Pd in Commissione Ambiente Camera, espone le ragioni del sì, sostenendo che “milioni di italiani vanno protetti da una drammatica incertezza”. L’economista Riccardo Puglisi analizza i punti critici “dobbiamo spostarci senza timori verso il regime del mercato libero”.

Di seguito l’opinione di Marco Simiani

Lunedì il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto energia ponendo fino alle proroghe del mercato tutelato per milioni di cittadine e cittadini italiani, generando una gigantesca apprensione in questa già complicatissima fase di incertezza e insicurezza economica. L’accusa rivolta al Partito Democratico di aver, tramite i governi precedenti, originato questa situazione si qualifica come strumentale e cerca di coprire l’ennesima negligenza del governo nei confronti dei cittadini del nostro Paese. Provo a spiegare il perché in cinque punti sintetici.

In primo luogo, la proroga in questione non è un capriccio dell’opposizione ma è al centro delle discussioni interne finanche alla compagine governativa ed è stata formalizzata con proposte emendative in sede parlamentare dai banchi della maggioranza parlamentare costretta, in un secondo momento, a ritirare tali proposte per ossequiare alle pressioni dell’esecutivo. In secondo luogo, verrebbe da sorridere, se non si trattasse per l’ennesima volta del futuro economico di milioni di persone, che il Governo si eriga improvvisamente a garante della concorrenza e del libero mercato.

Dall’inizio della sua avventura, il Governo, violando ripetutamente le regole europee, continua a difendere interessi categoriali e settoriali, come nel caso dei balneari e dei tassisti. Terzo punto. Da giorni il Governo si compiace del via libera comunitario alla revisione del PNRR (la cui discutibile opportunità non tratterò in questa sede ma i Comuni ne sanno qualcosa) ma non ha minimamente pensato di discutere con Bruxelles della questione del mercato dell’energia che, per fattori noti, è estremamente differente rispetto ai tempi in cui il Piano fu approvato. Ed ecco il punto saliente. Le condizioni geopolitiche e macroeconomiche del 2021 sono, per usare un eufemismo, leggermente cambiate da allora.

La guerra in Ucraina, la guerra in Medio Oriente, l’aumento generale dei prezzi, il rialzo dei tassi di interesse con conseguenze enormi sui mutui, l’andamento del costo della benzina, il caro bollette, il caro spesa, sono tutti fattori che, seppur esogeni, sono stati amplificati dalle scelte (od omissioni) di questo governo. A quest’ultimo infatti è da imputare, tra le altre cose, una legge di bilancio che prevede un taglio temporaneo e non strutturale del cuneo fiscale, una mancanza di una qualsivoglia politica industriale, un sottofinanziamento del comparto sanità, la mancata introduzione di un salario minimo e chi più ne ha più ne metta.

Un pacifico orientamento dottrinale e giurisprudenziale ci ricorda che innanzi a situazioni diverse debbono corrispondere norme diverse. Il Governo si faccia carico della situazione emergenziale in cui versano milioni di persone nel nostro Paese e garantisca una ordinata transizione verso il mercato libero, cercando di ovviare a una vera e propria situazione di povertà energetica.
Senza una adeguata campagna di informazione di cui attualmente gli utenti sono sprovvisti, a causa di un governo che aveva promesso un rinvio della norma, il mercato libero rischia di trasformarsi da “opportunità” a “tassa”. Come già purtroppo sta succedendo in moltissimi casi. A tal riguardo, vi è un ultimo punto da prendere in considerazione.

Lungi dal rifiutare una logica concorrenziale, quello che chiediamo è di prorogare il mercato protetto e tutelare in tal modo oltre cinque milioni di cittadini, in modo da riflettere, auspicabilmente tutti insieme, sui meccanismi di determinazione del prezzo e sulla tutela dei consumatori. In definitiva, sì alla concorrenza ma tutelando una drammatica situazione di incertezza economica in cui versano milioni di persone e garantendo una transizione ordinata che non faccia pagare sempre ai soliti le scelte di un Governo che, da un anno a questa parte, sembra aver dismesso i panni del patriota adoperando, di converso, il lessico tipico delle agenzie di rating ma non fornendo risposte ai cittadini italiani.

Marco Simiani

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