Il ritorno in Italia di Silvia Romano, la cooperante 24enne rapita il 10 novembre 2018 in Kenya e rimasta prigioniera per oltre 500 giorni in mano al gruppo terrorista islamico somalo di al-Shabab, ha generato un numero impressionante di fake news sulla sua prigionia. Dalla sua conversione all’Islam alla sua presunta gravidanza, dagli orologi Rolex alle foto false della ragazza in giro nuda o in totale libertà nel 2019, il web è stato invaso da un mare magnum di bufale che ancora oggi stanno spopolando sui social network.

MATRIMONIO E GRAVIDANZA –  Iniziamo dal suo presunto matrimonio con uno dei suoi carcerieri e col lavaggio del cervello alla quale sarebbe stata sottoposta per la conversione alla fede islamica. Teorie smontate dalla stessa Silvia Romano nel corso dell’interrogatorio avvenuto domenica col magistrato della Procura di Roma Sergio Colaiocco, titolare dell’inchiesta sul suo rapimento. La volontaria ha riferito come durante i 18 mesi di prigionia “non mi hanno mai trattata male, non sono stata incatenata o picchiata. Non sono stata violentata”.

RISCATTO CON I SOLDI DELLA CASSA INTEGRAZIONE – Altra bufala virale è il video di un presunto agente dei servizi segreti che avrebbe lavorato per la liberazione di Silvia. Secondo la testimonianza il denaro per il pagamento del riscatto dalla cooperante sarebbe arrivato dai fondi per la cassa integrazione: una ricostruzione totalmente falsa e creata ad arte per cavalcare anche un tema di attualità come la crisi economica dovuta al Coronavirus e ai ritardi del Governo nell’aiutare i lavoratori italiani che hanno perso il lavoro.

IL ROLEX D’ORO – Silvia Romano indossava un Rolex d’oro al ritorno dalla Somalia? Ovviamente no. Ma sul web è diventata virale una immagine della ragazza al momento della sua discesa dall’aereo che l’ha riportata a Ciampino, con tanto di freccia rossa ad indicare l’orologio al polso, che secondo i bufalari era un Rolex Lady Oro. Peccato che con una semplice ricerca sul web si può chiaramente riconoscere come l’orologio al polso di Silvia e il Rolex non corrispondano neanche lontanamente.

NUDA IN STRADA – Sta girando invece su Telegram la foto fake di una presunta Silvia Romano nuda in mezzo ad un strada, con tanto di messaggio indignato: “Silvia Romano che manifesta a favore degli immigrati prima di partire per l Africa….. questa abbiamo pagato 4.000.000,00”. L’immagine utilizzata è in realtà risalente al 2017, quando una ragazza fece scalpore girando per le strade di Bologna con addosso soltanto una borsa. Ma basta fare un semplice confronto tra le foto della ragazza senza vestiti e con quelle disponibili sul web di Silvia Romano per notare evidenti differenze: la foto virale mostra una ragazza con un importante tatuaggio sopra il seno sinistro, lì dove anche Silvia ha un tatoo, di dimensioni però notevolmente più piccole.

LA FOTO IN AFRICA DA LIBERA – Altro giro, altra foto. Sul web è finita una immagine di Silvia Romano con un ragazzo di colore su una spiaggia, foto utilizzata come prova che la ragazza fosse libera e non sottoposta a prigionia in quanto “datata 2019”. La foto è tratta dal sito Africa ExPress, ma decontestualizzata ad arte. La foto, come è evidente leggendo l’articolo firmato dal giornalista Massimo Alberizzi, mostra Silvia in compagnia di Alfred Scott, fisioterapista dell’ospedale di Mombasa, in un ‘selfie’ scattato durante un periodo precedente al rapimento.

IL GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE TURCO – Anche la foto diffusa dall’agenzia di stampa turca AnadoluLe è un clamoroso falso. Nelle immagini viene mostrato una sorridente Silvia indossare lo jilbab verde e un giubbotto antiproiettile riportante la stella e la Mezzaluna, simboli della Turchia. Peccato che la stessa intelligence italiana, che ha riconosciuto l’importanza dell’aiuto turco nella trattativa per riportare a casa la 24enne, abbia precisato che “il giubbetto antiproiettile indossato da Silvia Romano è una dotazione rigorosamente italiana, senza alcun simbolo, ed è stato fornito nell’immediatezza della liberazione dagli 007 italiani che l’hanno recuperata”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia