Cronaca
Smantellato traffico di reperti archeologici tra la Calabria e l’estero: 23 arresti

Una vasta operazione dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale è in corso dalle prime luci dell’alba tra l’Italia, il Regno Unito, la Gemrnia e la Serbia, con coordinamento di Europol ed Eurojust. I militari stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip del tribunale di Crotone, nei confronti di 23 persone e contestuali attività di perquisizione nei confronti di altri 80 individui, di cui 4 domiciliati all’estero.
L’inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica di Crotone vede al centro dell’indagine le attività di una holding criminale che, da tempo, gestiva un ingente traffico di beni archeologici provento di scavi clandestini in Calabria e destinati anche all’illecita esportazione all’estero. L’indagine avviata nel 2017 ha già permesso di recuperare numerosi reperti archeologici per un valore di diversi milioni di euro.
Traffico illegale beni archeologici, i @_Carabinieri_ tutela patrimonio culturale hanno sventato una rete di contrabbando di reperti verso l’estero, @dariofrance: «Plauso del Governo. Con sofisticate tecnologie i TPC si confermano eccellenza italiana».
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— MiBACT (@_MiBACT) November 18, 2019
Sugli arresti compiuti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio, Europol e forze di polizia estere è intervenuto anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini: “Un’operazione che dimostra ancora una volta l’eccellenza del Comando dei Carabinieri che opera dal 1969 a difesa del patrimonio culturale italiano. A loro, alla Procura di Crotone che ha diretto le indagini e a tutti i soggetti che vi hanno partecipato va il plauso del governo italiano”.
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