La montagna ha partorito un topolino. Nel dossier degli 007 statunitensi sui 300 milioni di dollari con cui Mosca avrebbe finanziato partiti politici in oltre 20 Paesi  non c’è traccia dell’Italia. A spiegarlo nel corso della riunione convocata d’urgenza questa mattina dal Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, è stato il sottosegretario Franco Gabrielli, delegato per la sicurezza della Repubblica.

Nel corso dell’audizione – riferisce il presidente del Comitato, il parlamentare di Fratelli d’Italia Adolfo Ursosono stati forniti elementi, riguardanti le recenti dichiarazioni rese dall’amministrazione Usa in ordine alle attività di ingerenza russa nei processi democratici di diversi Paesi, dai quali non sono emersi profili concernenti la sicurezza nazionale del nostro Paese

Gabrielli, sempre quanto appreso dall’Ansa, nel corso della sua audizione ha anche riferito del colloquio di ieri fra il premier Mario Draghi ed il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, nel corso del quale quest’ultimo ha garantito che non ci sono riferimenti a partiti italiani nel dossier, allo stato. 

Nel suo intervento Gabrielli ha illustrato i rapporti di Dis e Aise redatti sulla base delle informazioni ricevute dagli Usa, che escluderebbero allo stato attuale nomi di politici o di partiti italiani nel dossier Usa sui soldi della Russia elargiti a partiti stranieri.

Un caso che era diventato esplosivo, scoppiando a poco più di dieci giorni dal voto del 25 settembre, con le attenzioni rivolte in particolare sui partiti che negli anni erano stati più vicini alla Russia, in particolare la Lega. Non è un caso se proprio dal Carroccio arrivano le parole più dure dopo le dichiarazioni di Gabrielli al Copasir: per il senatore leghista Paolo Arrigoni, componente del Copasir, “a sinistra e nelle solite redazioni se ne facciano una ragione, la loro campagna denigratoria ad orologeria è una penosa sceneggiata che rischia di trasformarsi in un doloroso boomerang. Basta con le ingerenze, con le inaccettabili invasioni di campo: le parole del prefetto Gabrielli, che si aggiungono alle verifiche operate dal presidente Draghi ed alle rassicurazioni fornite dal presidente Urso, sono la pietra tombale a tanta faziosità”, le sue parole in una nota.

Redazione

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