Si è aperto un nuovo capitolo della guerra in Ucraina. In questo nuovo atto, il tema centrale è arrivare ad un negoziato, passaggio necessario, che decreta la fine di ogni conflitto.  I russi hanno fatto presto, hanno invaso un bel po’ di Ucraina e adesso arretrano su quei confini che, fin dall’inizio volevano occupare, che coincidono perfettamente con le popolazioni che il 4 novembre andranno a votare per scegliere di stare con la Russia o con l‘Ucraina e voteranno – come hanno fatto in Crimea – per rimanere con la Russia. Si tratta di persone di origine russa, si sentono una minoranza in Ucraina, per otto anni sono stati attaccati, massacrati, si parla 14.000 morti, vittime di una guerra che noi non abbiamo mai voluto citare. Poi c’è stata l’invasione dell’armata di Putin. Putin aveva una forte opposizione interna, abbiamo conosciuto quel Dugin che da otto anni gli diceva, “Tu devi difendere il nostro popolo al di là dei confini”. E Putin prendeva tempo e alla fine i russi hanno invaso quel tratto di Donbass, ma hanno pure presidiato la Crimea e hanno invaso una parte del Sud.

Quelli sono i confini che loro vorranno sicuramente mettere nel trattato come i nuovi limiti tra i due Paesi. Tutto il resto del territorio lo stanno abbandonando. Perché così, dall’altra parte, Zelensky può dire – complice la formidabile propaganda occidentale -di aver sconfitto i russi. Scenario che permetterebbe a Zelensky di poter trattare da parziale vincitore. Poi si arriverà a una trattativa. Tutto questo, però, poteva essere fatto molto tempo fa, evitando il prezzo, altissimo, delle vite umane. Ma non è solo questo problema, quello dei morti, che ci cambierà la vita. Perché il vero sconfitto di questa guerra sarà l’Europa. Alla fine, quando faranno il trattato, scopriremo che sul terreno di scambio è rimasta l’economia europea. In particolare, tra mesi – io spero tanti e non pochi, ma purtroppo sarà già tra due mesi – capiremo in quale avventura incredibile, disumana, siamo entrati dicendo “solidarietà all’Ucraina”. Ma non era quello il tema, il tema era stringere e rafforzare i rapporti con la NATO, stringere e rafforzare i rapporti con alcuni Paesi che hanno guadagnato cifre enormi in questa guerra, vendendo le armi agli ucraini e per i quali hanno stanziato soldi. Ma le armi sono ‘in prestito’. Quel debito andrà ripagato, costringendo noi a tagliare i ponti con alcune fonti di energia e a rivolgerci altrove per trovare l’energia che oggi non c’è e per qualche anno non saremo autosufficienti. Quindi dovremmo dipendere da chi ci vende il gas e il petrolio, che in questo caso sano o direttamente, gli Stati Uniti o alcuni Paesi a loro alleati.

Nel frattempo l’Europa studia il risparmio energetico. Perché? Perché le belle parole sulle energie pulite, sulle energie a basso intensità di inquinamento, sono belle parole, ma ci vogliono 10-15 anni, partendo da adesso, per arrivare a sostituire l’energia del gas del petrolio; seppure ci si riuscirà, per adesso, dovremmo fare un po’ col carbone, con altre energia che compriamo all’estero. E poi l’Europa sta studiando una cosa micidiale per cui, superati i due kilowatt e mezzo, il contatore delle nostre case potrebbe bloccarsi. Non è ancora una legge, però una direttiva era già emersa su alcuni giornali. Pensate, il frigorifero dovrà stare per forza acceso nelle case perché altrimenti si butta la roba che viene conservata dentro. Dopo il frigorifero potremmo usare solo un altro elettrodomestico. Cosa significa? Che bisogna lavare il bucato a mano, che bisogna lavare i piatti a mano? Si può fare, ma per che cosa? Se a un certo punto, come io spero, ci sarà un trattato di pace per la guerra in Ucraina, per che cosa? Per comprare energia all’estero, nei paesi in cui ci indicano gli alleati della NATO? Che poi pure questa è una barzelletta, quella di dire sei con la NATO o sei anti atlantista. Deve finire questa storia perché Erdogan è della NATO ma si sta facendo beatamente i fatti suoi, gli interessi del suo paese e quindi questa storia deve finire come propaganda che entra nel cervello delle persone. Tu dici, ma io non sono d’accordo, ma tu sei contro l’atlantismo, ma tu sei contro gli Stati Uniti? No, lei a favore di un bacino del Mediterraneo e di un bacino europeo che si autodetermina, che si autogestisce. Questo non può essere considerato materia di scomunica. Scomunica dovrebbe essere la guerra bestiale, brutale, che è stata alimentata con le armi e qualche responsabilità la attribuiremo in futuro a chi ci ha portato in maniera così forte a testa bassa in questa alleanza. Io non vorrei che qualcuno riscrivesse l’agenda Draghi, perché l’agenda Draghi ha avuto un bel capitolo importante nell’essere totalmente subordinati alla logica di questa guerra.

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Direttore editoriale di Riformista.Tv e TgCom