Mattia Sorbi? Ferito nell’esplosione di una mina ucraina al passaggio dell’auto su cui viaggiava. È questa la ricostruzione che arriva dal ministero della Difesa russo in merito al ferimento del giornalista italiano 43enne, attualmente ricoverato in un ospedale di Kherson, città nel sud dell’Ucraina controllata dall’esercito di Mosca.

In un comunicato del ministero della Difesa dunque le responsabilità del ferimento dell’inviato italiano, freelance milanese che ha collaborato tra gli altri per il Tg1, Repubblica e La7, sono ucraine. “L’automobile con a bordo il giornalista è finita su una mina ucraina“, è dunque la ricostruzione di Mosca, col conducente che “è morto sul colpo, mentre Mattia Sorbi è rimasto gravemente ferito“.

I militari russi hanno visto l’esplosione dell’automobile civile e, nonostante l’intenso fuoco dalle posizioni ucraine, sono andati avanti e hanno estratto Mattia Sorbi dal veicolo in fiamme. È stato fornito il primo soccorso al giornalista, che è stato portato in un luogo sicuro e trasportato in una struttura ospedaliera“, si legge ancora nel comunicato, “Mattia Sorbi è stato ricoverato in terapia intensiva con ferite da schegge e al momento sta ricevendo la necessaria attenzione medica qualificata. Le sue condizioni di salute sono stabili“, si legge nella nota del ministero russo.

Secondo le forze armate russe infatti i loro ‘nemici’ ucraini avevano architettato un piano per uccidere il giornalista italiano, al loro seguito, per dare poi la colpa a Mosca e scatenare così l’indignazione dei media e dell’opinione pubblica occidentale.

A corredo della ‘ricostruzione’ russa, sui canali Telegram del ministero della Difesa è stato pubblicato anche un video in cui appare Sorbi su un letto d’ospedale, visibilmente provato. Il giornalista italiano nel video pronuncia il su nome, menziona le testate per cui lavora e spiega le circostanze in cui in è rimasto ferito: “Abbiamo preso un taxi e siamo andati ad Alexandrivsk, ci avevano detto a Kiev che era sicura“, spiega Sorbi che poi indica la gamba destra e dice “mina”. Poi le immagini successive diffuse dall’agenzia RIA Novosti mostrano un’automobile abbandonata con segni di bruciature all’esterno, presumibilmente quella utilizzata dallo stesso Sorbi e dal suo autista.

Sempre Mosca fornisce tramite Zvezda, il canale tv del ministero della Difesa, la testimonianza di un presunto soldato russo testimone di quanto accaduto. Oleksiy, questo il suo nome, spiega che “mentre eravamo di guardia, abbiamo sentito un’esplosione. Quando siamo arrivati alla macchina, ci siamo resi conto che avevamo davanti uno straniero che non parlava bene il russo. Ci siamo accorti che era un giornalista italiano, milanese, si chiama Mattia. Gli hanno prestato il primo soccorso, poiché aveva ferite multiple da schegge. Gli hanno iniettato il promedol. Dopodiché, lo hanno tirato fuori dall’auto, lo hanno messo su un telo e lo hanno portato via attraverso il campo minato. I militari ucraini ci hanno sparato contro, ma l’operazione si è conclusa senza perdite”.

Sui social Sorbi aveva pubblicato nelle scorse ore un messaggio per rassicurare tutti, in cui però non menzionava dettagli sull’episodio in cui è rimasto ferito: “Cari amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l’affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti. Sto bene e sono al sicuro, ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l’importante è non avere problemi”.

La Farnesina, raggiunta dall’Ansa, ha fatto sapere che Sorbi “sta bene”. “Siamo in contatto costante con il giornalista, è curato e abbiamo notizie positive sullo stato di salute. Ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare, in sicurezza, in Italia appena possibile” aggiungono. Sorbi è in Ucraina da marzo per documentare il conflitto con la Russia. Ha collaborato in questi mesi con il Tg1, La7 e il quotidiano Repubblica, fornendo reportage e servizi quotidiani “sul campo”, soprattutto nella zona di Kharkiv.

 

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.