C’è acqua sulla Luna. E questo si sapeva. Ce ne potrebbe essere però più del previsto, secondo due studi pubblicati sulla rivista Nature Astronomy. E quest’acqua potrebbe essere utilizzata come risorsa durante le prossime missioni, come il ritorno degli esseri umani sulla superficie lunare della Nasa attraverso i programmi Artemis. I risultati degli studi sono stati comunicati dai ricercatori nel corso di una conferenza stampa della Nasa.

La ricerca si basa sui dati raccolti dal Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa, in orbita attorno alla Luna dal giugno 2009, e dal telescopio aereo dell’Osservatorio stratosferico per l’astronomia a infrarossi dell’agenzia, chiamato Sofia. Quest’ultimo è un Boeing 747SP modificato per trasportare un telescopio di 2,7 metri. “Per la prima volta è stata confermata la presenza di acqua sulla superficie della Luna illuminata dal Sole”, ha detto Paul Hertz, direttore della divisione astrofisica della Nasa durante la conferenza stampa. Ricerche precedenti avevano rilevato la presenza di acqua sulla superficie vicino al polo sud.

Il primo dei due studi, realizzato dalla Nasa, in questione dimostra la scoperta inequivocabile della molecola di acqua (H2O), rilevata per la prima volta sulla Luna dal telescopio volante Sofia. Il secondo studio, condotto dall’Università del Colorado, stima invece che oltre 40.000 chilometri quadrati di superficie lunare potrebbero intrappolare acqua sotto forma di ghiaccio in piccole cavità.

A latitudini più meridionali l’acqua sarebbe quindi presente in abbondanza (circa 100-400 parti per milione), molto probabilmente sequestrata in matrici vetrose o rocciose. “Questo ci dice che la Luna potrebbe essere meno arida del previsto – ha commentato Enrico Flamini, presidente della Scuola Internazionale di Ricerche per le Scienze Planetarie (IRSPS) presso l’Università di Chieti-Pescara, all’Ansa – ma non è ancora possibile stabilire quanta acqua ci sia e quanta sia utilizzabile: di certo questa scoperta ci aiuterà a pianificare meglio le future missioni”. I ricercatori dell’Università del Colorado ipotizzano la presenza diffusa di ‘trappole’ d’acqua sulla superficie lunare: “Se avessimo ragione l’acqua potrebbe essere più accessibile per ottenere acqua potabile, carburante per i razzi, tutto ciò per cui la Nasa ha bisogno di acqua”, ha affermato Paul Hayne –

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