Prevale la linea dura all’interno del governo sugli spostamenti tra i Comuni durante le festività natalizie. Niente liberi tutti insomma, ma qualche allentamento ci potrebbe essere. Negli spostamenti tra i Comuni soprattutto: permessi tra i Comuni più piccoli, quelli di massimo 15mila abitanti. E poi c’è un’altra ipotesi, riportata sempre dal Corriere della Sera, per i ristoranti, che potrebbero rimanere chiusi a pranzo nei giorni di festa. La Zona Gialla prevede che le attività di ristorazione e i bar restino aperti fino alle 18:00, e da quell’ora in poi siano permessi l’asporto fino alle 22:00 e la consegna a domicilio senza limiti. Il dibattito all’interno del governo è aperto, oggi si riuniscono i capidelegazione della maggioranza.

Il centrodestra mira invece agli spostamenti liberi a Natale e anche a Santo Stefano e a Capodanno. Il ministro della Salute Roberto Speranza si è detto preoccupato proprio dagli spostamenti dal 21 dicembre in poi. Preoccupa insomma la mobilità che potrebbe verificarsi da una parte all’altra del Paese in occasione delle festività e le immagini dei centri delle città italiane ieri – Roma, Milano, Firenze, Torino, Napoli – pieni di turisti non fanno ben sperare.

Ci sono tre ipotesi, per quello che riguarda il divieto dell’uscita da Comuni il 25, il 26 dicembre e il primo gennaio. Spostamenti vietati dall’ultimo dpcm. Le tre ipotesi al vaglio dell’esecutivo sono dunque: lo spostamento tra Comuni confinanti, quello tra Comuni piccoli con meno di 15mila abitanti, quello in ambito provinciale. L’ultima sembra quella meno probabile. L’intenzione del Governo è quella di portare la questione in Parlamento prima della mozione di mercoledì del centrodestra in Senato. Non è esclusa l’adozione di un nuovo decreto.

Sempre secondo il Corriere, tali ipotesi sugli spostamenti, fanno ipotizzare l’adozione di un altro provvedimento compensativo: la chiusura dei ristoranti a pranzo proprio in quei giorni. Una misura che farebbe esplodere ulteriormente la rabbia di una categoria già ampiamente colpita dalla crisi.

Redazione

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