“Un giorno mi chiesero ‘vuoi venire a fare una rapina?’, io nemmeno ci ho pensato”. Racconta così la sua prima volta Francesco Ghelardini, 58 anni, per una vita delinquente di professione. Vent’anni di carcere e tanti colpi storici. Stima di essere stato beccato soltanto nel 5% delle occasioni. Al Corriere della Sera racconta della preparazione, dell’adrenalina, dei soldi bruciati, ma anche della vita in galera e di quella fuori, ora che è uscito e che la sta ricostruendo.

Ghelardini: “Ho speso 500 milioni in 8 mesi, il denaro che rubi non ha valore”

“Ho iniziato giovanissimo, ero sveglio e mio fratello era già nel giro. Avevo 18 anni. Quando rapini non pensi mai alla ricchezza fine a sé stessa. Rimani costante. Il lavoro sostanzioso capita, ma nessuno si è mai fermato, tutti sono sempre andati avanti. Quando rapini le banche, ti piace da matti. C’è la preparazione, lo studio dell’obiettivo, la preparazione psicologica”. Racconta del suo modus operandi. “Durante i colpi ero sempre molto calmo, ma sudavo. Quando ci trovavamo con i complici per spartirci il bottino, vomitavo. Vomitavo bile. Farsi di cocaina a confronto è bere acqua fresca”. Nel ’92, in otto mesi, spende 500 milioni di vecchie lire : “Non dai valori al denaro che rubi”.

L’ultimo colpo, il carcere e l’idea del suicidio

Un mestiere per pochi: “In carcere ci riconoscevamo. Scherzavamo su come ci avevano presi. Tra noi e gli spacciatori ad esempio c’è un abisso. La differenze è che per entrare in una banca ci vuole coraggio, possono spararti. Per fortuna non ho mai ucciso nessuno”. L’ultimo colpo invece risale al 2013, poi due anni dopo fui scoperto. Era a San Vittore, nelle celle prima di salire ai piani. “Stavolta la faccio finita”, pensò. Poi lo switch mentale. “Il carcere a parte rare eccezioni non funziona ma ti dà una possibilità. Sta a te coglierla. Psicologi, educatori, sacerdoti, l’ex direttore di San Vittore, Luigi Pagano me l’hanno data”. Ora Ghelardini è assunto a tempo indeterminato come responsabile e soccorritore alla “Intersos” di Abbiategrasso: “Non smetterò mai di ringraziare i responsabili della società”.

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